Il lockdown per il coronavirus costa 47 miliardi al mese nel Belpaese: 37 al Centro-Nord, 10 al Sud. Considerando una ripresa delle attività nella seconda parte dell’anno, il Pil nel 2020 si ridurrebbe dell’8,4% per l’Italia, dell’8,5% al Centro-Nord e del 7,9% nel Mezzogiorno. E’ la stima di Svimez, l’associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno. Secondo l’associazione, l’emergenza sanitaria colpisce più il Nord, ma gli impatti sociali ed economici ‘uniscono’ il Paese. Inoltre, il Sud rischia di accusare una maggiore debolezza rispetto al centro-nord nella ripresa. Il Mezzogiorno infatti incontra lo shock in una fase già tendenzialmente recessiva, prima ancora di aver recuperato i livelli pre-crisi, ancora inferiore di 15 punti percentuali rispetto al 2007.L’analisi, che tiene conto anche del sommerso, mette a fuoco che lo stop e le limitazioni delle attività coinvolge il 34,3% degli occupati dipendenti e il 41,5% degli indipendenti. Al Nord l’impatto sull’occupazione dipendente risulta più intenso che nel Mezzogiorno (36,7% contro il 31,4%) per l’effetto della concentrazione territoriale di aziende di maggiore dimensione e solidità.La struttura più fragile e parcellizzata dell’occupazione meridionale si è tradotta in un lockdown a maggiore impatto sugli occupati indipendenti (42,7% rispetto al 41,3% del Centro e del Nord). Sono ‘fermi’ circa 2,5 milioni di lavoratori indipendenti interessati: oltre 1,2 milioni al Nord, oltre 500 mila al Centro, quasi 800 mila nel Mezzogiorno. Si tratta in larga parte di autonomi e partite Iva: oltre 2,1 milioni, di cui 1 milione al Nord, oltre 400 mila al Centro e quasi 700 mila nel Mezzogiorno. La perdita di fatturato per mese di inattività ammonta a 12 mila euro per autonomo o partita Iva, con una perdita di reddito lordo di circa 2 mila euro, 1900 e 1800 per mese di lockdown, rispettivamente nelle tre macroaree.Il decreto ha esteso gli ammortizzatori sociali da una platea di circa 10milioni di dipendenti privati a 14,7 milioni. Rimangono privi di tutela circa 1,8 lavoratori privati dipendenti, di cui 800 mila lavoratori domestici e circa 1 milione di lavoratori a termine.La compensazione statale di 600 euro prevista dal decreto ‘Cura Italia’ per i lavoratori autonomi copre ‘solo’ il 30% della perdita di reddito lordo mensile di 2 mila euro in media nazionale.Infine, va considerato che, oltre a circa due milioni di lavoratori irregolari (1,2 milioni al Nord e 800 mila nel Mezzogiorno) è possibile stimare circa 800 mila disoccupati in cerca di prima occupazione che presumibilmente non potranno accedere al mercato del lavoro nei prossimi mesi, concentrati prevalentemente nel Sud (500 mila a fronte di 300 mila nel Centro-Nord).