Garantire, in questa fase di emergenza sanitaria, adeguati livelli di protezione nei luoghi di lavoro. E ora c’è un accordo. Siglato su sollecitazione dell’assessore alle Politiche agricole e forestali della Regione Basilicata, Francesco Fanelli, tra le organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl e Uil) e quelle datoriali (Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copagri e Aci Agroalimentare Basilicata).
Il settore primario ha continuato a garantire, in questa lunga fase di emergenza sanitaria, la produzione di beni di prima necessità. Assessore Fanelli, lei si è fatto promotore di un accordo importante per tutelare la salute dei lavoratori impegnati nelle diverse attività agricole.
«Prima viene la salute e poi il profitto aziendale. E’ questa la prima necessità. Nonostante i rischi che corrono ogni giorno, i lavoratori impegnati nei campi, nelle stalle e nelle aziende di trasformazione, stanno garantendo la continuità della filiera agricola e agroalimentare. In questo modo aiutano il sistema Italia a reggere a una crisi senza precedenti e riforniscono i negozi di beni di prima necessità. Ho ricevuto diverse richieste sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e cosi, grazie a un lavoro di concertazione, siamo arrivati alla sottoscrizione dell’accordo tra le organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl e Uil) e quelle datoriali (Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copagri e Aci Agroalimentare Basilicata)».
Considerando che proprio in questo periodo le attività nei campi si intensificano, era importante provvedere a tutelare i lavoratori dal rischio contagio da Covid -19.
«Certo che si. È stato necessario regolamentare con tutte le precauzioni l’accesso sui luoghi di lavoro e nei campi, anche in vista delle campagne di raccolta e di semina dove saranno impegnati lavoratori extra comunitari assicurando migliori condizioni lavorative in termini di sicurezza e salubrità durante tutte le operazioni di raccolta intensiva. Si vuole assicurare da una parte la salute di lavoratori e le lavoratrici impegnati nella filiera agricola evitando che possano perdere reddito e lavoro».
Un accordo che recepisce le disposizioni fissate a livello nazionale nei vari decreti.
«L’accordo recepisce il protocollo d’intesa sottoscritto a livello nazionale lo scorso 14 marzo tra il ministero della Salute, dell’Economia e le organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro, oltre ai decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’11 e 22 marzo ove, tra l’altro, si raccomanda, relativamente alle attività non limitate ed esercitabili in questa fase, come il settore agricolo ed agroalimentare e le attività ad esse connesse e complementari, l’adozione di intese e forme condivise di gestione dell’organizzazione del lavoro fra le organizzazioni sindacali e quelle datoriali al fine di contenere il rischio di contagio da Covid-19».
Quali sono le misure che le aziende del comparto agricolo dovranno adottare per prevenire e contenere il contagio?
«Le aziende dovranno garantire, in tutti gli ambienti di lavoro dove operano e sono presenti i dipendenti, le indispensabili precauzioni dotandoli dei necessari ausili di protezione come mascherine e guanti, facendo rispettare le distanze di sicurezza e le indicazioni di buona condotta prescritte dall’Istituto nazionale di sanità. Inoltre, dovranno assicurare la pulizia e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti e delle aree comuni. Ogni giorno, prima di avviare le attività lavorative, si dovrà provvedere ad effettuare tutte le indispensabili operazioni di igiene tramite apposite postazioni distribuendo prodotti disinfettanti, guanti e mascherine e chiedere a ciascun , prima e dopo l’attività lavorativa, se si avvertono particolari sintomi influenzali».
L’accordo prevede misure per la manodopera straniera e quella proveniente dalle regioni limitrofe?
«Si. Innanzitutto, se la struttura agricola ha la possibilità e d’intesa con il lavoratore, potrà ospitare il dipendente, altrimenti, il trasporto di manodopera proveniente da fuori regione è consentito solo se si rispettano le distanze di sicurezza negli autobus, riducendo la presenza degli stessi in modo da evitare il contatto sociale. E’ previsto, inoltre, l’istituzione di un tavolo permanente presso le prefetture, alla presenza degli organi di controllo e quelli ispettivi, per il controllo dei flussi e la verifica costante, tramite le forze dell’ordine e dei sindaci del territorio, per evitare la formazione di assembramenti di lavoratori extracomunitari in luoghi privi di servizi igienico sanitari, dove è più facile il propagarsi del contagio. Dove ci sono strutture già individuate per l’ospitalità dei lavoratori extra comunitari, in accordo con gli organi competenti, si potranno attuare tutte le misure affinché vi sia il rispetto delle normativa vigente in termini di sicurezza ed ospitalità».
Per favorire la manodopera del posto, come procederete?
«Sarebbe auspicabile in modo da evitare flussi di persone. Si è pensato di istituire delle liste di prenotazione presso i centri per l’impiego. Si tratta di una pratica già consolidata in occasione della raccolta del pomodoro nell’area dell’Alto Bradano e che ha funzionato».