Imprese pugliesi preoccupate per l’accesso alla liquidita’ messa a disposizione dal Governo con le recenti misure in materia di Coronavirus. I problemi che sembrano emergere in questa prima fase sono due: la farraginosita’ dei meccanismi di accesso alle risorse e il fatto che e’ ancora tutto fermo per quanto riguarda la soglia superiore ai 25mila euro. Problemi, questi, che si sommano alle incertezze sulla ripresa delle attivita’, come, quando, e sullo stato del mercato. Domenico De Bartolomeo, presidente di Confindustria Puglia, dichiara ad AGI che “e’ ancora presto per fare un bilancio, ma i segnali che arrivano e’ che al di la’ dei 25mila euro, la strada certo non e’ in discesa”. “In sostanza – afferma De Bartolomeo – dal giro iniziale sta emergendo che sino a 25mila euro le banche sono attrezzate ed operative, e credo che abbiano anche cominciato ad erogare, anche perche’ su questa somma c’e’ la garanzia al 100 per 100 dello Stato, mentre se andiamo oltre i 25mila euro, l’istruttoria tecnica rimane lunga e complessa. Oltretutto, su somme superiori ai 25mila euro, la garanzia dello Stato non e’ piu’ per intero ma decresce, e quindi la differenza di garanzia fa si’ che si attivi l’esame del merito creditizio. Parliamo – aggiunge De Bartolomeo -, nel caso di somme superiori ai 25mila euro, di nuova finanza, di consolidamenti”.Per De Bartolomeo, “e’ tutto da capire lo sviluppo di questa fase, certo e’ che i primi segnali che arrivano dal tessuto imprenditoriale pugliese sono contrastanti. Anche perche’ – sostiene – parliamo di debiti, di debiti a tutti gli effetti, e non certo di liquidita’ a fondo perduto. E anche il lasso di tempo nel quale devi restituirli, e’ tutto sommato contenuto. Perche’ parliamo di anni”. “Tra qualche giorno – commenta il presidente di Confindustria Puglia – faremo un’analisi piu’ approfondita e vedremo di ovviare alle difficolta’ che si stanno palesando. Ma la cosa piu’ importante da fare penso sia quella di riaprire le aziende, perche’ io non escludo che in queste ore si stiano facendo valutazioni del tipo: ma quando riapro? Perche’ se non riapro e sono costretto a stare fermo ancora per un po’, che faccio, mi prendo anche un debito?”.Vincenzo Cesareo, imprenditore metalmeccanico del Tarantino e consigliere nazionale Federmeccanica, dichiara ad AGI che “il meccanismo e’ farraginoso. Le grandi aziende, quelle strutturate, una linea di credito la ottengono comunque, ma le piccole hanno problemi a farsi finanziare in modo agevole investimenti e circolante. Sara’ probabilmente veloce l’erogazione dei 25mila euro – aggiunge Cesareo -, ma se ci spostiamo su 150-200mila euro, non c’e’ altrettanta velocita’. E 200mila euro parliamo di un’azienda piccola, con 3-4 dipendenti al massimo, mica di grandi numeri”. “Proprio oggi sul decreto liquidita’ sto facendo un passaggio, una verifica con tutte le banche del territorio – evidenzia Giancarlo Negro, gia’ presidente Confindustria Lecce – per verificare l’accesso. La definizione della procedura e’ sostanzialmente disposta, ma almeno sino alla scorsa settimana non tutte le banche avevano gestito le modalita’ operative. Ma in realta’ ci sembra che ci sia poco da definire. Il decreto – prosegue Negro – stabilisce gia’ cosa fare, non ci sembra operazione complicata ma, ripeto, non tutte le banche si erano attrezzate anche se poi, sul finire della settimana, e’ intervenuta l’Abi”. “Nel Salento – aggiunge Negro – con tutte le banche abbiamo protocolli di intesa e quindi oggi con i nostri referenti ci attiveremo per capire che accade. Almeno per i 25mila euro. Per somme superiori e’ invece tutto bloccato anche perche’ c’e’ una procedura che interessa Sace”. Problemi infine segnala anche Confindustria Taranto che in un documento ha chiesto alle banche di adottare “ogni misura utile a sostenere le Imprese nell’accesso agli interventi finanziari disposti da Governo e Regione, andando, se necessario, anche oltre l’impianto normativo adottato a livello nazionale che starebbe gia’ mostrando limiti e lungaggini nella sua effettiva applicazione”.