Il mondo post coronavirus non sara’ piu’ lo stesso, ma questo sembra non valere per il mondo del VINO. Secondo un’indagine dell’Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor, realizzato su un campione di 1.000 persone, i consumatori italiani, pari all’85% della popolazione, si dichiarano intenzionati a riprendere appena possibile le proprie abitudini. Ad oggi, il 55% dei consumatori ritiene di non aver modificato le proprie abitudini, il 30% di aver bevuto meno VINO e birra durante la quarantena, mentre il 14% indica un consumo superiore. Il 58% di chi ha ridotto la quantita’ di VINO consumato attribuisce la scelta al regime di isolamento e quindi alla mancanza di socialita’, mentre il 23% di chi ha aumentato la quantita’ dice di averlo fatto per rilassarsi e il 42% per abbinare un buon VINO alla cucina di casa. In generale, la quarantena sembra aver ridotto la sperimentazione di nuovi prodotti, passata dal 73% al 59%, la preferenza per i piccoli produttori (dal 63% al 58%), i vini sostenibili (dal 65% al 61%) e gli autoctoni (dall’81% al 76%). Gli acquisti online sono invece aumentati dal 20% al 25% del totale. Una volta finito il lockdown, comunque, l’80% dei consumatori, prevede di tornare a consumare VINO come prima, e il 25% di questi pensa addirittura di aumentare la domanda.Se poco sembra modificarsi nelle abitudini al consumo, e questa e’ una buona notizia, le imprese del VINO sono invece chiamate a profondi cambiamenti, alle prese con la necessita’ di reagire alle tensioni finanziarie e allo stesso tempo di difendersi dalle speculazioni. Il mercato e i suoi nuovi canali di riferimento saranno le principali cure per un settore che oggi necessita di un outlook straordinario sulla congiuntura e di un partner in grado di fornire nuovi orizzonti e soluzioni”, commenta Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere. “Per quanto il lockdown abbia cambiato modalita’ di acquisto e consumo di VINO da parte degli italiani, il desiderio di ritornare ai bei tempi che furono sembra prevalere sull’attuale momento di crisi e su comportamenti futuri che giocoforza saranno improntati ad una maggior precauzione e distanza sociale”, aggiunge Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor.