Il danno per il settore termale in Puglia “e’ infinito e complicato da calcolare, perche’ non riusciamo a capire quando ci sara’ una vera ripartenza. Ma in Puglia eravamo abituati a lavorare con stranieri e tante persone che venivano da fuori regione. Abbiamo capito che quest’anno gli stranieri non li vedremo, ma bisogna capire se possiamo pensare di ospitare quanti arrivano da fuori regione o se il turismo inizialmente sara’ solo infra regionale”. Lo dice all’AGI Marina Lalli, amministratrice delle storiche Terme di Margherita di Savoia, nonche’ vicepresidente di Federterme e di Federturismo di Confindustria. In Puglia il settore – che oltre alle Terme di Margherita, conta anche gli stabilimenti di Castelnuovo della Daunia, Torre Canne e Santa Cesarea Terme – e’ attualmente fermo, in attesa di disposizioni governative. E se gli stranieri rappresentano “il 20% dei nostri clienti”, il cruccio maggiore almeno per i gestori dello stabilimento di Margherita (dove si praticano sia cure termali a scopo sanitario in convenzione sia trattamenti di benessere) e’ un altro: “Perderemo i lombardi, che sono in assoluto – sottolinea Lalli – i primi assistiti e all’inizio sicuramente non potranno venire. Rappresentano almeno il 35-40% dei nostri assistiti; se poi allarghiamo a Veneto e altre regioni del Nord, la percentuale che viene dal Nord e’ molto piu’ alta. E in questo perde anche la Regione Puglia, perche’ e’ gente che viene da altre Asl e quindi le somme vengono poi elargite dalle Asl del Nord”.