“Nelle valutazioni ufficiali l’impatto sull’indebitamento netto delle misure contenute nel decreto in esame è nullo nell’immediato” ma “Vi sono tuttavia alcuni elementi di rischio. Innanzitutto, la sospensione temporanea dei versamenti fiscali ha accresciuto significativamente la necessità per il Tesoro di ricorrere al mercato nel mese in corso e nel prossimo”. Così il Capo del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia Fabrizio Balassone in una testimonianza consegnata alle commissioni Finanze e Attività produttive della Camera. “In secondo luogo, oltre il brevissimo termine, i conti pubblici relativi a quest’anno potrebbero risentire dell’eventuale illiquidità dei contribuenti al momento di compensare quanto non versato in precedenza. Infine, l’entità delle garanzie stataliconcedibili comporta in prospettiva la possibilità di dover far fronte a esborsi significativi anche in presenza di percentuali di escussione fisiologiche. Gli oneri per le finanze pubbliche, seppure distribuiti su più esercizi (i prestiti ammessi a garanzia possono avere una durata massima di sei anni) potranno essere significativi. I tassi di insolvenza potrebbero anche superare quelli del biennio 2012-2013, quando si avvicinarono al 10 per cento, risentendo dell’ampliamento della platea dei beneficiari (sono incluse, tra l’altro, le imprese con prestiti deteriorati), delle più elevate percentuali di copertura e dell’assenza di previsioni che limitino l’utilizzo delle garanzie ai soli nuovi finanziamenti o al rinnovo di quelli in scadenza contrattuale”.