Migliaia di copie pirata di riviste, giornali e libri venivano diffuse illecitamente attraverso canali Telegram provocando un danno all’editoria di 670mila euro al giorno, corrispondenti a circa 250 milioni di euro all’anno. E’ la stima della Procura di Bari che oggi ha disposto l’oscuramento di 19 di questi canali , che avevano 580mila utenti iscritti, “in aumento nel periodo di diffusione del virus Covid-19, e con un incremento dell’88% delle testate diffuse illecitamente”. I titolari dei canali incriminati non sono identificabili, perche’ la societa’ Telegram LLC che gestisce l’applicazione di messaggeria istantanea con sede a Dubai e’ “nota per proteggere i dati e la privacy degli utenti”. La Procura di Bari, la prima ad essere intervenuta dopo la denuncia della Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg) all’Autorita’ per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), ha disposto la notifica di un sequestro preventivo di urgenza nei confronti degli indirizzi mail “dei rappresentanti legali della societa’ che gestisce Telegram” perche’ “inibiscano immediatamente l’accesso ai canali ovvero rimuovano i files”. Nell’inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza, coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, sono ipotizzati i reati di riciclaggio, ricettazione, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, furto e violazione della legge sul diritto d’autore. Le indagini hanno accertato che “sulla app Telegram, scaricabile da chiunque senza alcun costo su smartphone, tablet e pc, sono presenti diversi canali che mettono a disposizione degli iscritti, in tempo reale, gratuitamente o pagando pochi euro al mese, quotidiani, settimanali, mensili, riviste periodiche, in formato digitale, normalmente disponibili soltanto dietro il pagamento di un corrispettivo”. Gli utenti, ignoti, si “univano” ai canali avendo cosi’ accesso ai file, in cambio della “cessione dei dati personali a fine pubblicitario”. “Non vi e’ dubbio – dice la Procura – che un fenomeno delle dimensioni di centinaia di milioni di euro di danno presenta una gravita’ particolare perche’ incide sulla tutela costituzionale della liberta’ di pensiero, base di ogni democrazia”. Sulla responsabilita’ penale dei titolari dei canali, dei soggetti che avrebbero inserito i contenuti digitali piratati, la Procura di Bari precisa che “non sono identificabili in alcun modo”, mentre sulla societa’ “non vi sono elementi per poter affermare che i rappresentanti legali di Telegram siano consapevoli dei contenuti illeciti dei canali indicati”, ma, si legge nel provvedimento, “dal momento che vi sia stata conoscenza del provvedimento, i rappresentanti legali di Telegram saranno consapevoli della eventuale prosecuzione dei reati, con le possibili ovvie conseguenze”. Con il sequestro e’ stato nominato come ausiliare di polizia giudiziaria il dirigente responsabile dell’Agcom materialmente addetto alle operazioni di oscuramento dei contenuti informatici illegittimi.