Marta Cartabia, presidente della Corte costituzionale, guarita dal virus, racconta in una intervista al Corriere della Sera parlando dalla sua casa di Milano: “Con la malattia ho riscoperto essenzialità e creatività”. “E’ stato un periodo di domande e di ascolto. Come tutti, ho patito anche io un senso di impotenza e disorientamento di fronte a una realtà imprevista e drammatica, che ha provocato di cura e di ricerca, pur in questa situazione inedita anche per loro”. E aggiunge che il “pensiero più insistente è stato verso i colleghi e il personale della Corte, con i quali ho lavorato prima di aver contratto il virus, ed è stato un grande sollievo sapere che nessuno è stato contagiato. Ma credo che dall’esperienza personale si possano trarre insegnamenti e riflessioni utili anche sul piano collettivo. Per spiegarlo userei quattro parole, di cui ho riscoperto il valore in questo frangente. Mancanza, soprattutto degli incontri personali, a partire dai genitori anziani, le persone care o gli amici; essenzialità, grazie al gusto ritrovato per uno stile di vita piu semplice; solidarietà, attraverso la scoperta di mille iniziative spontanee di sostegno alle situazioni di bisogno; creatività, nell’esplorazione di soluzioni alternative di fronte a una strada improvvisamente sbarrata. Tutto questo ci può aiutare affinché il dopo sia un nuovo inizio, non un semplice ritorno al punto di partenza”.