Risollevare le economie piegate dal Covid-19 con politiche “green”, ovvero che riducono le emissioni di gas a effetto serra con investimenti a favore delle energie pulite, non solo rallenta il riscaldamento globale ma e’ vantaggioso proprio dal punto di vista economico: crea piu’ posti di lavoro, offre maggiori rendimenti nel breve termine per ogni dollaro speso e consente maggiori risparmi sul lungo termine, rispetto agli stimoli fiscali tradizionali. A dirlo e’ uno studio dell’Universita’ di Oxford svolto da un team di esperti di fama internazionale, tra cui il premio Nobel Joseph Stiglitz e l’economista del clima Lord Nicholas Stern della London School of economics. E’ il primo studio di questo tipo in quanto valuta i benefici della lotta contro i cambiamenti climatici insieme alla ripresa economica post-coronavirus, ed e’ pubblicato sull’Oxford Review of Economic Policy. Gli autori, guidati dal professor Cameron Hepburn della Smith School of Enterprise and the Environment dell’Universita’ di Oxford, hanno esaminato piu’ di 700 pacchetti di stimolo attuati dalla crisi economica del 2008 e hanno intervistato 231 esperti di banche centrali, ministeri delle finanze, accademici e think tank di tutto il mondo (di cui 28 partecipanti al sondaggio sull’Italia). Il risultato ha mostrato i vantaggi ad esempio degli investimenti nella produzione di energia rinnovabile, come l’eolico o il solare. Gia’ nel breve termine, la costruzione di infrastrutture per l’energia pulita richiede molta manodopera, creando il doppio dei posti di lavoro per dollaro rispetto agli investimenti nei combustibili fossili, oltre ad essere meno suscettibile alla delocalizzazione. Ogni milione di dollari di spesa genera 7,49 posti di lavoro a tempo pieno nelle infrastrutture per le energie rinnovabili, 7,72 nell’efficienza energetica, ma solo 2,65 nei combustibili fossili.