Dalla Puglia si leva un grido d’allarme verso il Governo per l’incertezza che grava su tutto il comparto turistico a causa della mancanza di disposizioni su data e modalita’ di ripartenza. Il prolungarsi della fase di stallo, secondo quanto spiegano all’AGI gli operatori turistici, avra’ un forte impatto negativo sulle imprese che, in vista di una riapertura, dopo il blocco delle attivita’ causato dall’emergenza Covid-19, devono affrontare l’impegnativo e costoso percorso di preparazione all’estate ormai imminente.
Nel Salento, vera e propria locomotiva del turismo regionale, i gestori dei lidi vivono un momento molto delicato, dovendo fare i conti con le conseguenze del distanziamento su spiagge dall’estensione piuttosto ridotta per caratteristiche morfologiche delle coste. Il presidente di Federbalneari Salento, Mauro Della Valle, mette in evidenza anche un altro problema: “Sono mesi che aspettiamo dalla Regione lo snellimento delle procedure per la preparazione dei lidi, ma nulla si muove”. Le nuove linee guida predisposte dalla Regione Puglia introducono, proprio da quest’anno, l’assoggettamento a Valutazione di incidenza ambientale (Vinca) dei lavori di livellamento degli arenili, necessari per rendere fruibili le spiagge che, durante l’inverno, subiscono l’effetto delle maree e dei venti.Nei giorni scorsi le organizzazioni maggiormente rappresentative dei balneari (Fiba, Oasi – Confartigianato, Cna, Federbalneari, Sib), hanno inviato una lettera al ministro della Cultura e del Turismo, Dario Franceschini per sottolineare le difficolta’ del settore. Fino allo scorso anno per riaprire uno stabilimento balneare era sufficiente una semplice comunicazione al Comune e alla Capitaneria di porto, ma con le nuove linee guida, anziche’ abbattere la burocrazia, c’e’ stato un forte incremento delle incombenze che complicano molto il nostro lavoro”, denuncia Giuseppe Mancarella, della Cna Balneatori pugliese.
La centralita’ del settore turistico nell’economia pugliese e’ oggi riassumibile in alcuni dati, come si evince da un recente rapporto di Pugliapromozione, l’agenzia regionale del turismo. Il settore impatta per 6,5 miliardi sui consumi finali (12,3% sui consumi totali) e per 9 miliardi in termini di valore aggiunto (13,6% del totale). Gli addetti sono 135.000 (15,4% del totale) direttamente e indirettamente coinvolti nella filiera turistica formata da 52.000 imprese (il 38% del totale). La spesa turistica internazionale in Puglia, secondo Bankitalia, e’ aumentata del 3% da gennaio a settembre 2019. E’ opinione condivisa, pero’, che il 2020 sara’ l’annus horribilis che nessuno si immaginava, come sottolinea il presidente di Federalbeghi della provincia di Lecce, Raffaele De Santis: “Avremo un calo senza precedenti, con una forte incidenza sul prodotto interno lordo. Le prenotazioni sono crollate e vi e’ molta incertezza in vista della ripresa. Siamo consapevoli che manchera’ l’apporto importante del turismo extra-regionale e di quello straniero che era in crescita costante e che, nella migliore delle ipotesi, dovremo lavorare con il turismo di prossimita’, quello che si muove all’interno della regione”. Il presidente regionale e nazionale del Sindacato italiano balneari (Sib) di Confcommercio, evidenzia: “I gravi ritardi nell’emanazione delle regole per la stagione gia’ iniziata ci mettono in forte difficolta’. In Puglia abbiamo oltre 2500 imprese balneari e piu’ di 20mila addetti che aspettano indicazioni per poter allestire le spiagge. Per preparare una stagione occorrono dalle tre alle quattro settimane, quindi, se ci dovessero fornire le disposizioni alla fine di questo mese, molti imprenditori non saranno pronti prima della fine di giugno o anche all’inizio di luglio. Chiediamo di essere messi nelle condizioni di operare in sicurezza, a tutela dei bagnanti e dei lavoratori”.