Un’App realizzata in house da Node che tutela la salute e la privacy, un Piano strategico nazionale validato da un comitato tecnico scientifico, 100 mila test sierologici, Dpi e l’invito al buon senso e alla responsabilità. Sono le misure che Confcooperative ha messo a punto per la riapertura fisica, gli uffici non hanno mai smesso di lavorare durante il lockdown grazie allo smart working, della sede nazionale e di quelle territoriali che coinvolgeranno direttamente 1.200 persone, oltre ai 525.000 occupati delle 18.500 cooperative aderenti “Noi siamo l’Italia che non si abbatte e che vuole tornare con responsabilità alla normalità. Confcooperative con un’organizzazione in tempi record – sottolinea il presidente Maurizio Gardini – ha deciso di affrontare anche la fase 2 della pandemia COVID 19 con senso di responsabilità individuale e collettiva e pertanto ha stabilito di adottare una strategia di ripresa che tenga conto della protezione dei luoghi di lavoro, della salvaguardia della salute dei lavoratori e dell’attenzione alla salute collettiva, attivando misure di contenimento del contagio nei luoghi di lavoro”. Attraverso l’App di Confcooperative sarà reso disponibile uno spazio dedicato alla Fase 2, in cui ogni lavoratore troverà 3 sezioni: 1) Autoanamnesi: il lavoratore dovrà dichiarare il proprio stato rispetto a: Febbre (se superiore a 37,4°); Tosse; Dispnea (difficoltà respiratoria) 2) Autocertificazioni: il lavoratore dovrà autocertificare di non aver avuto contatto negli ultimi 14 giorni con persone malate di positive al virus Sars-Cov-2; di avere consapevolezza del Piano di Sicurezza Aziendale; di aver indossato i DPI previsti dall’azienda 3) Test rapido: il lavoratore effettuerà, dopo aver letto ed accettato l’opportuna informativa, in un ambiente consono, il test sierologico e riporterà sull’App la foto del risultato ed il suo esito. Se tutte e tre le sezioni daranno un’indicazione di corretto stato, l’App riporterà un “semaforo verde” per cui il lavoratore potrà accedere ai luoghi di lavoro. L’approvvigionamento dei test rapidi è stato già garantito dalla Mutua nazionale Cooperazione Salute che ha provveduto a un primo acquisto di 100.000 test.
Il Piano, che si avvarrà della consulenza di un Comitato Tecnico Scientifico composto da professionalità di comprovata esperienza, ha come obiettivo quello di permettere la riapertura o la prosecuzione delle attività lavorative in sicurezza; individuare procedure e strumenti che consentono di rintracciare tempestivamente i casi positivi; promuovere azioni mirate ad una minore diffusione dei contagi; favorire un approccio di sistema omogeneo su tutto il territorio. Per poter raggiungere tali scopi oltre tra alle procedure che rispondono tutte alle indicazioni stabilite dalle linee guida Inail e dal Protocollo Governativo firmato dai sindacati e dalle maggiori forze datoriali tra cui Confcooperative, il Piano prevede l’adozione di due strumenti che consentiranno la tutela della sicurezza e la tempestività di una risposta organizzativa, radicata sul territorio e in prossimità delle persone. Si tratta dell’App di Confcooperative, fruibile su smartphone, in grado di tracciare tutta la popolazione del sistema cooperativo che aderirà al Piano nazionale e l’esecuzione di test di diagnostica rapida. Il Piano si avvarrà della consulenza di un Comitato Tecnico Scientifico composto da professionalità di comprovata esperienza. Ne fanno parte Prof. Anna Teresa Palamara, Professore Ordinario Microbiologia e Microbiologia Clinica “Sapienza” Università di Roma; Prof. Rita Carsetti, Responsabile della Diagnostica Immunologica all’Ospedale Bambino Gesù; Dott. Fabrizio Pregliasco, Virologo e ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano; Dott. Zaffina Salvatore, Responsabile Servizio Medicina del Lavoro Ospedale Pediatrico Bambino Gesù; Dott.ssa Anna Luigia Gaspardone, già medico del Ministero della Salute con funzioni di Segretario della Sezione III del Consiglio Superiore di Sanità.