Le linee guida del governo per la Fase 2 sono pronte e sono state inviate ufficialmente alle Regioni: dal 18 maggio, seguendo le regole degli esperti del Comitato tecnico scientifico, potranno far ripartire le attivita’ valutando autonomamente quali riaprire subito e quali invece devono ancora attendere, come i centri sportivi e le palestre per i quali si ipotizza il 25. “Si tratta di indicazioni che il governo da’ per una tutela rigorosa ed esclusiva sul lavoro”, dice il ministro delle Autonomie Francesco Boccia in Parlamento ribadendo pero’ la necessita’ di muoversi con la massima cautela: l’Italia “e’ un malato in condizioni migliori di prima. Ma e’ pur sempre un malato, che non puo’ permettersi ricadute”. Lunedi’ ci sara’ dunque il primo banco di prova per il secondo step della Fase 2, anche se le difficolta’ gia’ si intravedono: i documenti tecnici riguardanti negozi, bar, ristoranti, spiagge, estetisti e parrucchieri fissano paletti molto stringenti. Questi ultimi, ad esempio, potranno essere aperti anche domenica e lunedi’, dovranno allestire degli spazi all’aperto per far attendere i clienti e distanziare le postazioni di due metri. Non sara’ possibile neanche leggere una rivista e lo shampoo sara’ obbligatorio, cosi’ come mascherine, guanti e visiere per i lavoratori e mascherine per i clienti. Tutte norme che, come quelle per bar e ristoranti, hanno gia’ suscitato le reazioni delle associazioni di categoria che le hanno bollato come “irricevibili” e “del tutto inapplicabili”. Molti hanno gia’ detto che a queste condizioni non potranno riaprire, perche’ soprattutto per chi ha locali piccoli sara’ impossibile far rispettare il distanziamento sociale senza andare in perdita. Boccia ribadisce pero’ che proprio quelle regole sono l’unica alternativa al lockdown. “Dobbiamo abituarci all’idea che nella seconda fase, ripartendo il lavoro, il rischio” di nuovi contagi si spostera’ “nei luoghi di lavoro. E noi dobbiamo evitarlo con tutte le forze”. Una prima risposta su quanto e’ ancora malata l’Italia arrivera’ nelle prossime ore con i dati sull’andamento della curva epidemica monitorati dall’allentamento delle misure il 4 maggio. Il bollettino quotidiano della Protezione Civile indica un leggero aumento dell’incremento delle vittime (195 in 24 ore mentre martedi’ erano 172) ma per la prima volta dall’inizio dell’emergenza il totale dei dimessi e dei guariti (112.541) supera il 50% dei casi totali, che sono 222.104. Non solo: tutta l’Italia, con l’eccezione del Molise, fa segnare una diminuzione del totale degli attualmente positivi, con il calo piu’ marcato in Piemonte (-639), Lombardia (-643) ed Emilia Romagna (-299), vale a dire le tre regioni piu’ colpite dal virus. Se i dati resteranno questi, si procedera’ dunque con le aperture differenziate. E la settimana che si apre lunedi’ potrebbe essere quella buona per un altro settore ancora fermo: centri sportivi e palestre. “Le riapriremo massimo entro il 25 maggio, se possibile anche prima. Deve partire tutto lo sport di base, devono riaprire tutti quei centri che sono una grande risorsa nelle citta’ italiane”, ha annunciato il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora in Parlamento sottolineando che il governo e’ pronto a trovare risorse per tutte quelle realta’ che potrebbero avere problemi ad attuare il protocollo di sicurezza. Perche’ anche in questo caso si tratta di indicazioni molto complesse tanto che l’Unione Italiana Sport (Uisp) ribadisce che proprio sul tema della sicurezza “continuano a mancare la chiarezza necessaria per subordinare i relativi comportamenti dei vari soggetti sportivi alla riapertura”. L’altro cambiamento in arrivo da lunedi’ e’ l’addio piu’ che probabile all’autocertificazione, poiche’ con le riaperture di buona parte delle attivita’ non sara’ piu’ necessario giustificare gli spostamenti. Il modello restera’ invece per i movimenti da una regione e l’altra, che saranno possibili solo per motivi di necessita’, lavoro e salute. Prima di giugno, hanno ribadito sia Boccia sia il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, non ci sara’ mobilita’ tra le regioni: “la valutazione sara’ fatta a partire dal 18 maggio ed entro fine maggio ci consentira’ di fare delle valutazioni definitive” dice il ministro. Quello che e’ gia’ chiaro e’ che “sara’ piu’ facile garantire una relazione tra regioni a basso rischio” mentre “sara’ molto piu’ complicato consentire il passaggio di cittadini da una regione a basso rischio ad una ad alto rischio”. Significa che quando si dara’ il via agli spostamenti, non vorra’ dire che si potra’ andare in tutta Italia. E vorra’ dire che potrebbero esserci aree del paese dove gli spostamenti saranno vietati e altre dove invece si circolera’ liberamente. Ed e’ questo il prossimo terreno di confronto e scontro con le regioni.