“In questo periodo gia’ lavoravamo, ma quest’anno siamo davvero in difficolta’: gia’ abbiamo avuto i danni delle mareggiate invernali, che dobbiamo sempre riparare prima di aprire. Ma adesso ci sono queste restrizioni dovute alle distanze che si devono rispettare sui lidi e davvero non so come faremo”. Pino Perrone gestisce il lido “La Guardiola” a Diamante (Cosenza), una delle localita’ piu’ note e frequentate dell’alto Tirreno calabrese, famosa per il Festival del Peperoncino che si tiene a settembre, richiamando miglia di persone nella Riviera dei Cedri. L’AGI e’ andata a trovare alcuni operatori balneari della zona per sondarne gli umori e le aspettative in vista di una stagione estiva sulla quale si addensano gia’ le nuvole dell’incertezza. “Le richieste ci sono, perche’ i lidi danno piu’ sicurezza, ma se ci danno 5 metri di spazio tra gli ombrelloni, noi non ce la faremo – dice Perrone – perche’ le nostre spiagge sono strette, non siamo sull’Adriatico, non siamo la Puglia o Anzio e Ostia, che hanno grandi spiagge”. “Gia’ col mare poco mosso non arriviamo a fare due sole file di ombrelloni – dice Perrone – e la Liguria, che ha lo stesso problema, ha fatto un progetto per distanze di tre metri e mezzo”. E c’e’ un’altra questione sollevata da Pino Perrone: “come possiamo essere responsabili penalmente per il personale se dovesse ammalarsi di Covid-19?”, si chiede l’imprenditore. Il fratello Claudio gestisce il ristorante. “Per fortuna abbiamo un ampio terrazzo sul tetto, altrimenti – dice Claudio Perrone – con le regole che ci impongono possiamo accogliere meno della meta’ dei clienti, e alcuni miei colleghi hanno gia’ annunciato che non apriranno. Noi stessi apriremo a giugno, quando speriamo di avere un certo numero di clienti. Abbiamo perso gia’ Pasqua, il ponte del 25 aprile e quello del primo maggio – dice Perrone – e poi tante cerimonie di prime comunioni e altro, abbiamo gia’ perso davvero tanto, non possiamo piu’ rischiare di aprire senza clienti”.Un po’ piu’ a nord, al Lido Bianco, il primo a nascere a Diamante, si attende di saperne di piu’. “Con le distanze imposte, non sappiamo davvero come regolarci – dice Antonino Bianco – e speriamo che il Comune ci conceda l’utilizzo anche di una parte della spiaggia libera”. A Cirella, frazione della stessa Diamante, il lido New Beach e’ in fermento: le ruspe stanno abbattendo le protezioni che, in autunno, vengono alzate per difendere l’area dalla furia del mare invernale. Il titolare, Luigi Bruno, accoglie il cronista. “Stiamo allestendo gli stabilimenti, ma ancora ci sono troppe incertezze – dice Bruno – e non ci sono delle vere linee guida. Noi qui lo spazio sulla spiaggia ce l’abbiamo, ma il problema vero e’ per il bar e per il ristorante, perche’ ancora non capiamo bene come dobbiamo sanificare, dividere le docce e tanti altri quesiti che sono senza risposta. I nostri turisti arrivano soprattutto dalla Campania, e faccio un appello al presidente De Luca perche’ faccia uscire i suoi cittadini dalla regione – dice Bruno – perche’ vogliamo aprire e lavorare”. “Ci hanno fatto credere che avremmo avuto bonus e finanziamenti a fondo perduto, ma non abbiamo ancora visto nulla. Sappiamo bene che perderemo un buon 60% del fatturato, ma l’importante e non stare fermi – conclude l’imprenditore – l’importante e’ ripagarci almeno delle spese”.