di Maria Caterina Bruno
La Fase 2 dell’emergenza sanitaria si è trasformata in una sfida per le regioni meridionali, ma anche in un’opportunità di rilancio delle peculiarità turistiche e culturali del territorio. Il sottosegretario di Stato al ministero per i Beni e le attività culturali Anna Laura Orrico ne ha parlato con SuperSud.
Quali sono le previsioni per la prossima stagione turistica in riferimento al Mezzogiorno?
Il dato che, nelle regioni del Sud, la curva epidemiologica sia rimasta sotto i livelli di guardia e che, al contempo, risulti essere fra le più basse di tutta Europa, non può che rappresentare un punto di forza ed un buon viatico per la stagione turistica che da qui a breve dovrebbe entrare nel vivo, e per l’offerta che ne deriverà. Va da sé che il momento, essendo particolarmente delicato, richiede misure straordinarie da parte del Governo, così com’è stato finora. Col Decreto Rilancio, per turismo e cultura, settori fra i più colpiti dall’emergenza Coronavirus, sono stati stanziati 5 miliardi di euro con misure di immediata percezione per i cittadini, come il bonus vacanze, fino a 500 euro destinato alle famiglie con Isee fino a 40mila euro, per le spese sostenute per soggiorni in ambito nazionale presso imprese turistiche ricettive e bed & breakfast. E poi, fra le altre, troviamo l’esenzione Irap per imprese e lavoratori autonomi e l’esenzione Imu per stabilimenti balneari, strutture alberghiere ed extralberghiere, così come il rafforzamento delle indennità per gli stagionali, la proroga della Cassa integrazione, il fondo di emergenza per agenzie di viaggio e tour operator, e via dicendo. Uno sforzo non da poco per supportare il comparto cui siamo fiduciosi si aggiungano significative risorse europee.
Su cosa deve puntare il Sud per il rilancio culturale in tempi di crisi?
Le crisi, come ripeto spesso, rappresentano anche delle opportunità. Sarebbe un punto di partenza incoraggiante se il meridione non dimenticasse se stesso e le proprie meravigliose peculiarità. Una ricchezza culturale costituita non solo dai classici luoghi, bensì anche da quel patrimonio immateriale frutto di tradizioni popolari, di storia e di minoranze linguistiche. La Calabria, la mia terra, ospita da secoli gli arbereshe, gli occitani e i grecanici. Dove trovare, altrove, una tale abbondanza e diversità di risorse culturali? E poi, al Sud, altra eredità culturale essenziale, è il pensiero. Il solo pensare “meridiano” induce a immaginare, e praticare, altri modelli di sviluppo sostenibili che generano una qualità della vita, e degli stili di vita, invidiati a molte latitudini e capaci di produrre un indotto economico. Mettere a rete e, se mi permette, anche “in rete”, con l’aiuto degli strumenti della digitalizzazione, queste risorse, potrebbe risultare davvero la risposta vincente. Ed in mente, un riferimento pratico, lo tengo ben presente: il rilancio dei borghi e dei piccoli centri.
Nei piccoli borghi, zone spesso periferiche a cui lei ha dedicato il progetto “Borghi in movimento”, come potrà rimettersi in moto il circuito economico, valorizzando le risorse di cultura locale?
I borghi costituiscono il sistema nervoso del nostro Paese. Essi custodiscono la nostra identità e, allo stesso tempo, le chiavi del nostro futuro. Un mantra, questo, che ho portato avanti ben prima della mia attuale esperienza di Governo, dando vita, come lei ricordava, fin dagli inizi della mia elezione alla Camera dei deputati, al progetto-percorso “Borghi in Movimento”, volto alla formazione ed alla consapevolezza dell’enorme ricchezza rappresentata dai piccoli centri, che oggi tornano al centro del dibattito. Vista la situazione, saremo invogliati ad assecondare un turismo di prossimità, ed i borghi ci forniscono l’occasione per scoprire le bellezze di luoghi dimenticati, che ancora non conosciamo, sostenendo la filiera economica. In questa direzione è notizia fresca, direi una buona notizia per tutto il sud, che Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo ha prorogato al 29 giugno 2020 il termine per la presentazione delle domande per la partecipazione al bando dei borghi e dei centri storici di piccole dimensioni di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. L’intervento ha come focus progetti innovativi di sviluppo turistico, che favoriscano processi di crescita socioeconomica, ed il rafforzamento dell’attrattività, attraverso il restauro e recupero di spazi urbani, edifici storici o culturali, nonché elementi distintivi del carattere identitario. E poi, last but not least, di concerto con la collega Bonaccorsi, l’altro sottosegretario Mibact con delega al Turismo, vorremmo lanciare un festival nazionale sui borghi che metta in contatto e catalizzi le buone pratiche sparse lungo tutto lo Stivale.
L’incremento del numero di bandiere blu al Sud può rappresentare un fattore di incentivo al turismo estero? Com’è stato pubblicizzato?
Le bandiere blu rappresentano, indubbiamente, una certificazione importante che mette in vetrina stupende località balneari del nostro Sud. E questo è un dato di fatto. E’ ovvio, tuttavia, che, ad oggi, il turismo con flussi provenienti dall’estero risentirà di quanto verrà deciso a Bruxelles. Noi siamo convinti che, su questo tema, tutti gli sforzi vadano convogliati per impedire ogni forma di discriminazione, ovvero i cosiddetti “corridoi turistici”, che possa penalizzare le imprese italiane operanti nel settore, ed i Paesi più colpiti dalla pandemia. E’ impensabile che alcuni stati membri dell’Unione Europea agiscano autonomamente e sposino accordi bilaterali, anziché attenersi a politiche comuni. Verrebbe meno lo spirito guida dell’Unione Europea stessa. Per ciò che concerne, invece, l’attività di marketing territoriale, voglio ricordare che il Governo fin dal principio dell’emergenza sanitaria aveva previsto, col Decreto Cura Italia, specifici fondi da destinare a questa attività. Una volontà, quella di salvaguardare il brand Italia, rinnovata dal Decreto Rilancio. Sono infatti allocate risorse per 150 milioni di euro nel fondo Turismo, onde evitare speculazioni. Senza dimenticare, sempre in tema di promozione, il progetto “Viaggio in Italia”. Venti milioni di euro investiti proprio per incentivare il turismo italiano: uno stimolo per invogliare la scoperta e la riscoperta delle tante bellezze diffuse, ma spesso poco conosciute o colpevolmente trascurate, del nostro Paese.