Il comitato tecnico-scientifico suggerisce al governo, dietro richiesta di parere, di far svolgere le elezioni comunali e regionali all’inizio del mese di settembre, “eventualmente organizzate su due giornate di voto” cosi’ da evitare eventualmente “picchi di affluenza”. E’ quanto si legge nel verbale della riunione del comitato che si e’ svolta lo scorso 19 maggio. Verbale consegnato dall’esecutivo alla commissione Affari costituzionali della Camera, che sta esaminando il decreto Elezioni. Proprio sulla base dei suggerimenti espressi dal comitato, la relatrice la scorsa settimana ha presentato due emendamenti per far svolgere le elezioni comunali, regionali e anche il referendum costituzionale in un’unica data, con i seggi aperti nelle giornate di domenica e di lunedi’ fino alle 15. L’ipotesi avanzata dal governo e’ di aprire le urne a meta’ settembre, il 13 e 14. Ma si sta ragionando anche sulla data del 20. Ipotesi che, finora, hanno suscitato dubbi bipartisan. Sono circa 18 milioni i cittadini coinvolti dalle elezioni regionali di Puglia, Campania, Marche, Liguria, Toscana e Veneto. mentre sono circa 6 milioni gli elettori che si dovranno recare ai seggi per le elezioni comunali, che coinvolgono 1134 comuni. Nel verbale del comitato si sottolinea che il suggerimento di far svolgere le elezioni a inizio settembre deriva dal fatto che la circolazione del virus “e’ osservata in aumento durante i periodi dell’anno caratterizzati dalle basse temperature” rispetto alla “stagione calda”. Per questo, si consigliano le elezioni “a inizio di settembre” “eventualmente organizzate su due giornate di voto” e di far svolgere i ballottaggi “comunque entro il mese di settembre”.