di Rosa Sica
La fine del lockdown non significa la fine dell’emergenza economica. giugno sara’ il mese decisivo per capire piu’ a fondo l’eredita’ del coronavirus e il governo e’ gia’ al lavoro per mettere a punto nuovi provvedimenti che permettano al Paese di rialzarsi. Mentre i dl Rilancio e Imprese devono essere convertiti in legge, l’esecutivo e’ al lavoro sul Dl Semplificazioni. La ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, ha annunciato che dovrebbe arrivare per meta’ mese e conterra’ “disposizioni finalizzate, da un lato, a superare alcune criticita’ di tipo interpretativo ed applicativo della disciplina contenute nel Codice dei contratti e, dall’altro, anche in considerazione delle conseguenze derivanti dalla diffusione del virus Covid-19, ad accelerare tutte le diverse fasi degli appalti pubblici (da quella della programmazione della spesa, a quella della progettazione e dell’affidamento dei lavori ed a quella dell’esecuzione), potenziando gli istituti gia’ previsti dall’ordinamento giuridico ed innovando, per quanto necessario, la disciplina vigente”. Sullo sfondo resta il nodo dei conti pubblici e avanza l’ipotesi di un nuovo scostamento di bilancio. La possibilita’ e’ stata riferita dall’Anci al termine di un incontro con il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante il quale i comuni hanno avanzato la richiesta di maggiori risorse per poter fornire i servizi essenziali. Il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, e’ pero’ rimasto cauto. “E’ prematuro parlare di scostamenti aggiuntivi”, ha sottolineato. “Le risorse mobilitate”, ha aggiunto, “sono significative e pensiamo siano sufficienti. Se saranno necessari interventi aggiuntivi li faremo anche utilizzando le risorse europee”. A impegnare il governo saranno anche alcuni tavoli sulle molte crisi aziendali aperte nel paese. Primo fra tutti quello su ArcelorMittal. La multinazionale ha promesso un nuovo piano aziendale tra la fine di questa e l’inizio della prossima settimana. Ma molti sono i fronti caldi: da Jabil alla Ast di Terni, da Whirlpool all’ex Alcoa di Portovesme. E da risolvere resta ancora la ‘grana’ Alitalia, per il cui rilancio il governo ha stanziato 3 miliardi di euro. L’esecutivo ha avviato l’interlocuzione con la commissione europea per non incappare nelle maglie della normativa sugli aiuti di Stato e il futuro ‘pubblico’ della compagnia sembra ormai delineato. Il mese sara’ pero’ anche ‘caldo’ sul fronte europeo, dove il ‘recovery plan’ messo a punto dalla commissione europea dovra’ definitivamente superare le perplessita’ dei rigoristi. Per l’Italia ci sono in ballo 172 miliardi tra sussidi e prestiti. Chiudere la partita gia’ al consiglio europeo del 18 e 19 giugno appare pero’ difficile.