“Siamo stanchi e profondamente amareggiati ma, nonostante tutto, abbiamo deciso di non mollare e chiedere maggiori certezze al Governo per una situazione che sembra bloccata al periodo precedente al lockdown. Benche’ non si possa in alcun modo ignorare la particolare circostanza di un’epidemia che ha colpito il mondo intero, non si puo’ nemmeno banalizzare la posizione degli oltre 20.000 praticanti avvocato che aspettano di conoscere la propria sorte”. Lo dichiara Claudia Majolo, presidente dell’Unione Praticanti Avvocati (UpAvv) che in una nota, dopo essersi rivolta al ministro della giustizia adesso lancia un appello al presidente del Consiglio dei Ministri affinche’ dia una svolta allo stallo in cui versano gli aspiranti avvocati, dopo la prova scritta del 2019. “Siamo a fine giugno – continua Majolo – e nessuno, ne’ le istituzioni ne’ il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, ne’ il Presidente Conte hanno saputo/voluto dare risposte concrete a tutti i praticanti avvocato italiani che chiedono solo di portare a termine finalmente il proprio percorso abilitativo ed entrare, a pieno titolo, nel mondo del lavoro”. “Abbiamo inviato decine di istanze alle corti d’appello deputate alla correzione degli scritti e le risposte, – dice anciora Majolo – laddove ricevute, sono state scarne e incomplete, cosi’ come dimostrano i dati fino ad ora raccolti”. “Noi non abbassiamo la guardia – continua la presidente dell’UpAvv – vogliamo solo che il governo si accorga di noi. Siamo scesi in piazza, abbiamo inviato istanze e combattiamo giorno dopo giorno per tutti i praticanti d’Italia, troppo a lungo dimenticati dal governo”.