Complessivamente i volumi di produzione metalmeccanica realizzati nel mese di aprile risultano più che dimezzati (-54,6%) rispetto a febbraio”. A registrare il crollo, dopo lo shock dovuto al Covid, è l’indagine congiunturale di Federmeccanica sulle imprese metalmeccaniche. “Risultato peggiore delle dinamiche produttive dell’intero comparto industriale”, diminuite nello stesso periodo “del 42,1%”, e “di gran lunga sfavorevole nel confronto con le fasi recessive del 2008-2009 e del 2011”.
E il futuro preoccupa. Le imprese metalmeccaniche vedono ‘nero’. Sulla base delle indicazioni emerse, “la fase recessiva dovrebbe protrarsi anche nel corso del secondo trimestre”, con il 34%, un’azienda su tre, che “ritiene di dover ridimensionare, nel corso dei prossimi sei mesi, gli attuali livelli occupazionali”.
Il 41% delle imprese “teme di perdere in modo strutturale quote di fatturato sul mercato interno ed il 47% su quelli esteri”.. Basti pensare che la “fabbricazione di autoveicoli nel mese di aprile è risultata pari a zero”. “Gli imprenditori vivono nell’incertezza, non sapendo quello che potrà accadere domani. Occorre agire tempestivamente senza ulteriori indugi con misure concrete per alimentare la domanda e azioni efficaci per garantire liquidità. E’ una questione di sopravvivenza”, dice il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, illustrando l’indagine congiunturale sul settore che definisce un “bollettino di una guerra terribile, contro una crisi terribile”. Per il dg “dobbiamo combattere” perché, appunto ne vale “la sopravvivenza di un settore che è il cuore pulsante, la spina dorsale, dell’economia del Paese”. I numeri dell’indagine “fanno venire i brividi” e quel che più “preoccupa è il futuro”. Il vice presidente di Federmeccanica, Fabio Astori, fa presente come l’industria metalmeccanica nel suo complesso e le attività in cui essa si disaggrega “hanno riscontrato risultati peggiori rispetto a quanto osservato nei principali paesi dell’Eurozona. La pandemia sta avendo sulla nostra economia e sull’attività produttiva delle nostre imprese effetti devastanti che potranno determinare nel lungo periodo un impatto pesantemente negativo sulla struttura produttiva del nostro sistema industriale con anche perdite di quote di mercato”. Ecco perché, spiega il vice presidente, “ci aspettiamo da parte del Governo e della politica nel suo complesso una risposta forte e concreta, che individui le direttrici strategiche su cui investire i fondi pubblici e quelli, obiettivamente importanti, che l’Unione europea ci metterà a disposizione”.
“C’è incertezza quando si parla di interventi pubblici, di soldi pubblici ed europei”. Così il vice presidente di Federmeccanica, Fabio Astori, in occasione della presentazione della nuova indagine congiunturale sul settore. “Mi domando se li sanno spendere, quelli che ricevono dall’Ue o che hanno trovato nella casse dello Stato. Saranno in grado di dare indicazioni?”, incalza Astori. Per esempio sulla possibilità di usufruire dell’ecobonus sulle ristrutturazioni “è tutto bloccato”, dice.
“Il Governo più di una volta ha proposto soluzioni fantastiche e poi si sono rilevate inattuabili, bisogna capire esattamente i termini”, osserva Astori sull’ipotesi di incentivare fiscalmente chi non ricorre alla Cig.
Per il direttore generale di Federmeccanica, Stefano Franchi, “dovrebbero essere aiutate le aziende che anticipano la cassa integrazione, perché stanno sostenendo un onere che non dovrebbe essere loro, purtroppo anche lì vediamo i guasti e i difetti di una burocrazia che è stato ed è un male anche oggi per il nostro paese”.