“Abbiamo rilevato che ad aprile, rispetto all’anno scorso, le nostre imprese hanno perso circa il 48% di export. è un dato veramente molto negativo. Purtroppo, in questo momento, le aziende non hanno liquidità”. È allarmata Barbara Beltrame, la vice presidente di Confindustria, e perciò mette in guardia rispetto alla salute delle imprese in Italia, dove il crollo del Pil è atteso al 12% e “noi stimiamo che sei aziende su dieci richiederanno i finanziamenti che lo Stato propone”.
Però Beltrame è anche convinta che le nostre piccole e medie imprese “non accederanno a questi fondi a causa dei grossi problemi burocratici” pertanto è urgente “snellire e fare in modo che per le nostre aziende la burocrazia non diventi peggio del Covid”. Come ovviare a questo rischio? Secondo la vice di viale dell’Astronomia “le aziende hanno tre priorità, di cui la prima è l’e-commerce” perché l’Italia “è ancora molto indietro rispetto agli altri Paesi: le vendite online in Italia – calcola – contano per il 17% del Pil, mentre in Corea del Sud arrivano all’84%”, dati molto bassi se confrontati con gli altri Paesi.
Le altre due priorità riguardano il commercio e gli accordi commerciali: “Dobbiamo fare in modo che le nostre aziende possano arrivare in maniera piu’ semplice sui mercati esteri”, mentre l’ultima priorità riguarda la contraffazione: “Tutti vogliono il nostro made in Italy perché è talmente bello, ma i nostri prodotti sono talmente belli che tutti ce li copiano”, afferma Beltrame. Soluzione? Il nostro ritardo, sostiene la numero due di Confindustria, “non è dovuto solo all’uso di Internet, ma alla mancanza di competenze” perciò “noi dobbiamo lavorare insieme per far emergere queste competenze”.
E se la digitalizzazione è sicuramente importante, tuttavia “non è una bacchetta magica” e molte fiere sono ancora “tattili, sensoriali, c’è necessità di toccare con mano il prodotto; molte fiere, di conseguenza, dovranno tornare a essere fatte di persona” mentre “altre potrebbero continuare in digitale. Bisogna trovare il giusto mix” dice Barbara Beltrame, per la quale “è fondamentale continuare a tenere la domanda del made in Italy molto alta” unitamente al “semplificare tutte le procedure, a partire dagli strumenti gestiti dal Simest. Dobbiamo fare in modo che le aziende ottengano quanto necessario in maniera semplice, veloce, chiara”. Dunque, urge “la svolta digitale”.