Per abbassare le tasse si dovrebbe partire “da una riforma dell’Irpef, uno strumento che risente del peso degli anni, poco equo e poco trasparente” mentre “si dovrebbe semplificare il numero delle aliquote e fare in modo che i benefici arrivino ai redditi più bassi”: lo afferma l’ex ministro dell’Economia dei governi Renzi e Gentiloni, Pier Carlo Padoan, in un’intervista alla Stampa.
Padoan si è detto da sempre “a favore del taglio del cuneo fiscale” che, al momento attuale “si dovrebbe fare soprattutto a beneficio dei lavoratori” e magari, “in modo selettivo per aiutare le imprese più colpite dal Covid, come quelle legate al mondo del turismo!. Quindi sottolinea: ma il provvedimento “va visto nel contesto di una riforma fiscale generale“.
Allo stesso tempo, sottolinea ancora Padoan, “sarebbe necessario mettere mano ad altri strumenti che sono un fardello per il sistema, come le diffuse deduzioni fiscali”. La riforma dell’Irpef, conclude, “è la ragione principale di una riforma generale delle imposte dirette”.
Un taglio temporaneo e selettivo dell’Iva proposto dal premier Conte “non mi sembra una misura utile”, ha osservato l’ex ministro. Se il taglio “è temporaneo”, ha sottolineato, “i cittadini sono portati a ragionare sul fatto che tra qualche mese quelle tasse si alzeranno di nuovo e quindi non spendono” e “nessuno poi garantisce che i prezzi al consumo si abbassino dello stesso ammontare del taglio” anche perché “alcune imprese e commercianti potrebbero voler incamerare il profitto e non trasferire quel risparmio sui consumatori”.