“Il Presidente di Confindustria, in una fase in cui sarebbe necessario senso di responsabilità, consapevolezza delle difficoltà inedite e un minimo di attenzione all’interesse generale, inveisce contro il Governo come fosse il capo delle opposizioni, in una deriva corporativa davvero preoccupante”. Lo scrive il deputato di LeU, Stefano Fassina, in una nota. “Ma da che pulpito parla? Perché non ricorda i 4 miliardi di Irap dati a poggia a tutte le imprese, anche a quelle che hanno aumentato fatturato durante il lockdown? Perché non dice nulla sui tanti suoi colleghi che prendono la residenza nei paradisi fiscali e chiedono preziosissime garanzie pubbliche, come Fca? Perché non spende una parola sugli imprenditori che continuano a estrarre enormi rendite dalla gestione dei monopoli naturali ricevuta in vergognose concessioni, come per nelle autostrade? E quali sono le proposte di Confindustria all’altezza della sfida?”, insiste Fassina. “Il ritorno indietro: la cancellazione del contratto nazionale di lavoro, l’ulteriore svalutazione del lavoro per una insostenibile competizione di costo. La disperazione reale di milioni di micro e piccole imprese non si affronta con populismo dall’alto e corporativismo”, commenta il deputato di LeU.