“Dal 1 gennaio in avanti” si punta a “responsabilizzare l’amministrazione sul fronte della realizzazione di un vero e proprio piano organizzativo del lavoro agile, in maniera che i singoli dirigenti predispongano questo piano, facendo attenzione a quali sono le attivita’ che possono essere smartizzate, e portare il 60% dei dipendenti che svolgono quel tipo di attivita’ a provarle a svolgere o da remoto oppure in co-working. Il tutto accompagnato da un monitoraggio per l’assistenza in questa fase di riorganizzazione”. Lo ha detto il ministro Fabiana Dadone a Tgcom24 commentando le novita’ introdotte con l’emendamento al decreto Rilancio sullo smart working nella P.a. “Ci saranno enti – ha spiegato – che hanno gia’ tutti i servizi informatizzati che hanno reso i dati accessibili in totale sicurezza tramite le vpn da casa. Ci saranno invece altri enti che non hanno questo tipo di digitalizzazione quindi hanno meno attivita’ che si possono svolgere da remoto. Si tratta di mettere in capo al dirigente della pubblica amministrazione l’onere e l’onore di capire quale attivita’ si possono svolgere da remoto ed entrare nell’ottica di non stare in presenza fisica. A me interessa che il dipendente produca un risultato non mi interessa che stia 8 ore sulla scrivania”.