‘I casi di ‘chiusura unilaterale’ citati nella relazione a fondamento dell’esigenza dell’intervento normativo, non risultano invero costituire un fenomeno generalizzato, ne’ tanto meno sono sintomatici di una policy di settore. Si tratta, piuttosto, di specifici episodi, motivati dalle puntuali indicazioni rivenienti dal quadro normativo che le banche sono tenute a rispettare’. Cosi il direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, ascoltato dalla commissione Finanze del Senato sul Ddl sul rapporto di conto corrente. ‘Si ritiene pertanto, che la motivazione su cui il Ddl fonda la necessita’ di intervento non sia pertinente con la disciplina ipotizzata. Diverso e’ il caso in cui si ritenesse opportuno un rafforzamento degli strumenti volti a ampliare l’inclusione finanziaria come indicato nell’audizione della Banca d’Italia. Infatti un rafforzamento degli strumenti volti a raggiungere una sempre maggiore inclusione finanziaria e’ sicuramente una finalita’ condivisa dall’Associazione bancaria, va quindi valutata con la massima attenzione la proposta della Banca d’Italia di ‘un conto di pagamento di base’ che potrebbe aggiungersi al ‘conto di base’ gia’ disponibile per i consumatori’. Questo tipo di conto, ha spiegato Sabatini, potrebbe riguardare fattispecie come le micro-imprese per pagamenti come le imposte e altri necessari per operare nel contesto economico. Servirebbe comunque un approfondimento per coordinare il nuovo strumento con le disposizioni nazionali ed europee esistenti, ad esempio in materia di antiriciclaggio.