Prove di ripartenza per il trasporto aereo, uno dei settori più colpito dalle misure di contenimento contro la pandemia di coronavirus. Dopo un periodo difficile che ha visto il dimezzamento del fatturato per molte compagnie aeree e perdite di miliardi di dollari, nonché le inevitabili ripercussioni sull’occupazione, sembra che piano piano il traffico aereo stia riprendendo quota. Abbiamo circa il 40% dei voli operati rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Secondo l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, hanno ripreso in modo più significativo i voli Ue, anche se le compagnie ancora rimodulano i servizi a seconda della domanda e, pertanto, la programmazione non si può ancora definire regolare. I voli extra Ue, invece, sono ancora molto limitati sia per via delle restrizioni alla circolazione imposte dal nostro Paese, sia per le limitazioni che molti Paesi extra Ue ancora prevedono per l’ingresso.
Al momento per l’Enac non si possono fare previsioni in quanto la situazione internazionale è ancora molto critica ed è necessario anche recuperare la fiducia dei passeggeri sulla sicurezza del viaggio aereo. Ma i primi dati che arrivano dalla società che gestisce il traffico aereo civile in Italia (l’Enav), fanno comunque ben sperare.
STA CRESCENDO IL TRAFFICO AEREO IN ITALIA Per quanto riguarda l’Italia, il traffico aereo continua la sua crescita costante e progressiva. Nella prima metà di luglio, secondo quanto riferisce l’Enav, i voli sui cieli nazionali sono più che raddoppiati rispetto a giugno. Dal primo al 15 luglio, la società che gestisce il traffico aereo civile in Italia ha gestito complessivamente 33.000 movimenti con una media giornaliera pari a 2.200 voli e un picco massimo, il 10 luglio, di 2.521 voli.
In tutto il mese di giugno, invece, erano stati gestiti 26.300 movimenti con una media di 866 voli al giorno, con un calo dell’86% rispetto allo stesso periodo del 2019. Nella prima metà di luglio è stato recuperato il 20% di traffico, e il calo si riduce al 66% rispetto all’anno scorso. I 33.000 movimenti gestiti da Enav nella prima metà di luglio sono così suddivisi: il 46% voli internazionali (arrivo o partenza da uno scalo estero); il 25,4% voli nazionali (arrivo e partenza su aeroporti italiani); il 28,6% sorvoli (aerei che attraversano lo spazio aereo italiano senza scalo).
La progressiva ripresa del traffico sullo spazio aereo italiano è in linea con il trend di crescita registrato a partire da giugno anche nel resto d’Europa e, secondo le stime di Eurocontrol, nella seconda metà di agosto, si dovrebbe recuperare oltre il 50% del volato 2019.
QUANTO VALE IL SETTORE Secondo quanto riporta uno studio del think tank di Cassa depositi e prestiti, il trasporto aereo rappresenta il 2,4% del Pil mondiale, circa 1.800 miliardi di dollari. L’intera filiera dà lavoro a quasi 29 milioni di persone, tra occupazione diretta, indiretta e indotta.
Il peso più rilevante in termini di occupati è rappresentato dai servizi aeroportuali con il 62% degli oltre 10 milioni di occupati diretti, le compagnie aeree impiegano il 26% e l’industria della produzione di aeromobili il restante 12%. Anche in Italia il trasporto aereo svolge un ruolo di rilievo, rappresentando l’1,8% della produzione e dell’occupazione nazionale.
IL PERIODO PIÙ BUIO A causa del propagarsi dell’epidemia, il traffico aereo ha registrato una contrazione senza precedenti. Se ancora nel mese di febbraio il numero medio di voli giornalieri si attestava a circa 180 mila unità, nel corso di marzo, a seguito delle restrizioni imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, si è verificata una progressiva contrazione che ha superato il 60%, con una media giornaliera di circa 70 mila voli.
Questo ha provocato forti contraccolpi ai bilanci delle compagnie aeree. La Iata ha stimato, infatti, che per il 2020 i vettori vedranno dimezzarsi il fatturato e registreranno perdite per 84,3 miliardi di dollari. La situazione finanziaria a fine anno “sarà insostenibile. Il debito globale delle compagnie sarà di 120 miliardi superiore al livello di fine 2019, per un totale di 550 miliardi di dollari, pari a circa il 92% dei ricavi attesi l’anno prossimo”, ha sottolineato il direttore generale Alexandre de Juniac.
CONTI IN ROSSO ANCHE PER IL PROSSIMO ANNO Secondo le stime della Iata, gli incassi scenderanno quest’anno del 50% a 419 miliardi di dollari, per poi risalire a 598 miliardi nel 2021. I conti resteranno in rosso anche l’anno prossimo per 15,8 miliardi.
I passeggeri diminuiranno del 54,8%, dai 4,543 miliardi dell’anno scorso a 2,246 miliardi nel 2020, prima di recuperare parzialmente a 3,384 miliardi nel 2021. Le compagnie più colpite saranno quelle della regione Asia-Pacifico con perdite complessive per 29 miliardi di dollari, seguite da quelle del Nord America (23,1 miliardi) e da quelle europee (-21,5 miliardi).
I TAGLI AL PERSONALE DELLE COMPAGNIE AEREE La riduzione dei voli ha effetti non solo sui bilanci delle compagnie ma anche, e soprattutto, a livello occupazionale. Quasi tutte le società infatti hanno annunciato tagli netti per i dipendenti. British Airways, Virgin Atlantic e EasyJet hanno già annunciato la perdita di quasi 20.000 posti di lavoro.
United Airlines potrebbe licenziare fino a 36.000 dipendenti, mentre Air France taglierà oltre 7.500 posti in tutto il gruppo. E Lufthansa prevede 22.000 esuberi nel secondo round di ristrutturazione. Ryanair sta pianificando di tagliare 3.000 posti di lavoro e di ridurre le retribuzioni del personale fino a un quinto in risposta alla crisi. La compagnia low-cost ha dichiarato che sta tagliando il 15% della sua forza lavoro che conta 20.000 dipendenti.
Taglio dei dipendenti e anche chiusura di diversi hub. Easy Jet prevede di chiudere tre basi nel Regno Unito: Stansted, Southend e Newcastle. Anche Ryanair potrebbe chiudere alcune basi in tutta Europa fino alla ripresa del settore.
BRITISH AIRWAYS RITIRA IL BOEING 747 Annunciato, inoltre il ritiro, da parte della compagnia aerea britannica British Airways, della sua intera flotta di Boeing 747 “Jumbo Jet”, per colpa del duro colpo al trasporto aereo internazionale causato dalla pandemia di Covid-19.