Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in occasione della sessione pomeridiana della seconda giornata degli Stati generali che prevede una serie di incontri 'Progettiamo il rilancio', con i rappresentanti di Ugl, Confintesa, Cisal, Confsal, Cida, Cse, Fnsi, Cub, Cobas, Usb, Unicobas, Roma, 15 giugno 2020. ANSA ANSA / Filippo Attili - Chigi Palace Press office +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Il Governo ha deciso di chiedere l’autorizzazione al Parlamento per un ulteriore ricorso all’indebitamento comprensivo dei maggiori interessi passivi per il finanziamento del debito pubblico, di 25 miliardi di euro per l’anno 2020, 6,1 miliardi nel 2021, 1 miliardo nel 2022, 6,2 miliardi nel 2023, 5 miliardi nel 2024, 3,3 miliardi nel 2025, e 1,7 miliardi a decorrere dal 2026. Lo ha reso noto Palazzo Chigi con un comunicato nella notte, dopo la riunione del Consiglio dei ministri. Considerata la richiesta formulata dalla Relazione, il nuovo livello di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche e’ fissato all’11,9 per cento del Pil nel 2020. Il nuovo livello del debito pubblico si attesta al 157,6 per cento del Pil nel 2020. Pur in un contesto di incertezza legato all’evoluzione della pandemia e della successiva fase di ripresa economica, si legge nel comunicato, il Governo conferma l’obiettivo di ricondurre verso la media dell’area euro il rapporto debito/Pil nel prossimo decennio, attraverso una strategia che, oltre al conseguimento di un adeguato surplus primario, si basera’ sul rilancio degli investimenti, pubblici e privati