“È indubbio che il decreto contenga molte misure puntuali positive che vanno nella giusta direzione, ma è altrettanto vero che alcune norme sui lavori pubblici rischiano di alterare per sempre la concorrenza e la trasparenza del mercato e che manca un vero piano di rigenerazione urbana”. Lo si legge in un documento che l’Ance ha depositato durante l’audizione nelle commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici al Senato sul dl Semplificazioni. “Il potenziale impatto della deregolamentazione contenuta nel decreto, che potrebbe assumere dimensioni ancora più rilevanti nei prossimi mesi con la presentazione all’Europa del Piano di rilancio italiano da 209 miliardi di euro, è ben superiore a quello annunciato, limitato ad un anno. La realtà, quindi, è ben diversa da quella che appare”, si legge. “Mentre scompaiono concorrenza e trasparenza, le nicchie di potere rimangono, anzi si rafforzano: cresce il mostro a più teste della governance degli investimenti pubblici (7 strutture create negli ultimi mesi alle quali se ne potrebbero presto aggiungere altre due); rimangono gli 11 passaggi autorizzativi, che impiegano quasi 3 anni, necessari per approvare il contratto di programma Rfi; permangono i 5 anni e la selva di pareri per chiudere l’iter autorizzativo dei progetti Anas; sopravvive l’estrema frammentazione dei programmi di investimenti di Comuni”, si legge in conclusione. “Rimangono, poi, irrisolti nodi fondamentali della vita delle imprese: i tempi di pagamento della P.a. (2 procedure di infrazione Ue), il subappalto (1 procedura di infrazione Ue e più sentenze della Corte di Giustizia), il riconoscimento dei maggiori costi sostenuti nei cantieri, anche per effetto della sottoproduzione, a causa del Covid-19, labolizione dello sciagurato meccanismo dello split payment (presentato dal Governo in Europa come una semplificazione della vita delle imprese!), solo per citare alcuni esempi”. Lo si legge in un documento che l’Ance ha depositato durante l’audizione nelle commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici al Senato sul dl Semplificazioni.