“L’emergenza del virus ha ampliato le nostre paure ed essere al governo nella fase acuta non ti nascondo che è stato terribile. Mai avrei pensato di sentire in vita mia tutto questo peso, ma non cè stato nemmeno il tempo di pensarci. E così nellarco di pochissimi giorni abbiamo messo in sicurezza oltre 3 milioni di lavoratori della Pa e altri 5 milioni di lavoratori privati. Lo smart working demergenza della Pa ha permesso allo Stato di adempiere ai servizi indifferibili. Fare paragoni di produttività in quel contesto di crisi è improprio, ma in molti casi è anche aumentata”. Lo scrive la ministra della Funzione pubblica, Fabiana Dadone, in un intervento sul Blog di Beppe Grillo in cui ricorda quanto fatto finora per l’efficienza della P.a. “Il Pola (Piano organizzativo del lavoro agile), nato come conseguenza a questa esperienza, fa questo – ricorda Dadone – lascia lonere della riorganizzazione delle diverse e complesse aree della Pa alla sua dirigenza. La politica crea le premesse, fornisce linee guida, accompagna, aiuta, ma senza mai fare ingerenze. Ci sono attività che possono essere svolte in maniera agile, altre no. Saranno i dirigenti a dire quali e in quale modalità”. “Io la trovo una rivoluzione della consapevolezza – aggiunge – Non è una riforma di destra o di sinistra, implementa lefficienza, scova linefficienza ed è improntata sul risultato finale: il servizio al cittadino. La stessa amministrazione stabilisce le attività che possono essere svolte da remoto, in co-working o altre modalità, poi predispone almeno il 50% del personale su questo assetto operativo. Una vera e propria fase di transizione dello smart working demergenza che diviene un lavoro agile a regime e dal 1° gennaio porta al 60% la quota di dipendenti in lavoro smart”. “Accanto al Pola – prosegue la ministra della P.a. – ho pensato alla pubblicazione dei tempi di erogazione dei servizi e chiusura delle pratiche nelle diverse Pa. Credo che già la sola trasparenza su quanto ci si mette per una carta di identità, una Scia o un passaporto possa aiutare il cittadino a comparare la stessa attività in diversi enti, possa generare una sana competizione tra le amministrazioni e possa giovare anche alla reputazione delle istituzioni, spesso vittime di fake news. Un percorso collettivo insomma, che unisce dirigenti, dipendenti e cittadini, rendendo virtuoso il lavoro”. “Cè molta paura, è vero, e il nuovo spaventa perché non è consolante come lo sono le cose a cui siamo abituati. Non attacchiamo chi ha paura, ma forniamo dati, prove, testimonianze, ricerche, perché solo così la paura svanisce. Un abbraccio a chi ha paura e un invito: studiate, informatevi, controllate le fonti, incrociate le informazioni. E non avrete più paura”, conclude.