Relazioni industriali al minimo storico. La tendenza era nota da tempo ma oggi il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel) certifica un fatto mai accaduto prima. La stragrande maggioranza dei contratti di lavoro – piu’ di 6 su dieci – attende di essere rinnovata. In banali termini salariali significa che manca un’adeguamento all’inflazione della maggioranza delle buste paga, compito un tempo affidato al meccanismo della scala mobile. “Il 61,6% dei contratti collettivi nazionali di lavoro risulta scaduto alla data del 30 giugno 2020. Gli accordi in attesa di rinnovo sono 576 su 935 e nei prossimi 6 mesi scadranno altri 60 contratti”. Comunica un freddo comunicato del Cnel relativo all’11esimo Report periodico dei contratti collettivi. In attesa del rinnovo contrattuale ci sono oltre 10 mln di lavoratori privati (il 79,2%) che salgono a piu’ di 13 mln se si aggiungono i circa 3,2 mln di dipendenti pubblici. Fra le categorie interessate, tutti i settori principali che fanno l’ossatura produttiva del Paese, compresa la sanita’ privata impegnata in prima linea per l’emergenza. Fra le categorie:, metalmeccanici (l’unico in corso di trattativa),giornalisti, marittimi,bancari, anche i lavoratori dello spettacolo particolarmente penalizzati in questo periodo (come ricordo’ tempo fa al premier Conte una stremata Sandra Milo). . “Mai in passato si era registrato un dato simile. Il rinnovo dei contratti e’ la priorita’ per la ripartenza dell’economia” ha detto il presidente del Cnel Tiziano Treu, illustre professore di diritto del lavoro. Altri settori interessati riguardano l’agricoltura, il florovivaismo e fioricoltura, i chimici, il tessile e la moda, commercio e agenti di commercio, la RAI, trasporto e logistica. “La pandemia – osserva Treu – ha imposto un’accelerazione al cambiamento nel lavoro e nell’organizzazione delle imprese di cui non si puo’ non tenere conto. E’ urgente ragionare tutti insieme alla definizione di elementi comuni, nuovi diritti, come quello alla formazione, o le regole del lavoro agile, da includere nella contrattazione. Il Cnel e’ la sede naturale per la nuova stagione contrattuale”.