Whirlpool conferma la cessazione della produzione del sito di Napoli dal 31 ottobre 2020. Intanto il governo, insieme a Invitalia, studia il piano B perché non ci si può “permettere di stare senza un’alternativa”.
E’ stato un incontro duro quello che si è svolto in videoconferenza al Mise tra il ministro dello sviluppo economico, Stefano Patuanelli, il ministero del Lavoro, il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, Invitalia, le regioni Lombardia, Campania, Marche e Toscana, i responsabili Whirlpool e i sindacati nazionali (confederali e di categoria) e territoriali. Presenti anche il prefetto di Napoli, Marco Valentini, e le due sottosegretaria al Mise, Alessandra Todde e Alessia Morani.
Il piano dell’azienda
Durante la riunione, l’azienda ha spiegato che “i volumi di produzione di tutti gli stabilimenti italiani di Whirlpool Emea hanno risentito in modo significativo della pandemia, generando un ritardo di oltre 12 mesi rispetto al Piano Industriale Italia 2019-2021. Nonostante ciò, Whirlpool ha confermato gli investimenti per oltre 250 milioni di euro nei siti italiani di Cassinetta di Biandronno (VA), Melano (AN), Comunanza (AP) e Siena previsti dal Piano Industriale”. Per contrastare questa situazione, l’azienda ha intrapreso “alcune iniziative per ridurre i costi strutturali al fine di garantire la sostenibilità delle attività nel lungo periodo”. Viene inoltre ribadito “l’impegno verso il Paese in cui le sue attività contribuiscono all’economia nazionale per quasi un miliardo di dollari all’anno”.
Le reazioni
Una presentazione che è stata rigettata dai ministri presenti e che ha suscitato il malcontento tra i sindacati. “Questo piano industriale ha delle carenze e limitazioni eccessive rispetto all’effetto Covid e soprattutto cancella una parte importante del piano industriale cioè Napoli” dice Patuanelli.
Secondo il ministro per il Sud, Peppe Provenzano, la “presentazione è tutta da rifare perché cancella un pezzo importante dell’Italia, ovvero il sito di Napoli”. Si dice invece preoccupato per la chiusura del sito il Prefetto della città partenopea Marco Valentini, che ha sottolineato il bisogno di “fare ogni sforzo per far rimanere la produzione nel sito napoletano. Si rischia una crisi sociale dagli esiti imprevedibili”.
Non si rassegnano i sindacati che chiedono “al Governo di sciogliere l’ambiguità” e auspicano “che l’attesa proroga del blocco dei licenziamenti sia costruita in modo tale da non consentire proprio a Whirlpool di aggirarlo e chiudere a ottobre”, tuona Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore elettrodomestici. “Saranno messi a disposizione complessivamente circa 100 milioni di euro di risorse pubbliche, è incomprensibile che Whirlpool decida di disimpegnarsi da Napoli e dall’Italia. Noi non molleremo, chiediamo al Governo di non mollare e trovare una soluzione che garantisca il futuro a Whirlpool, a Napoli e a tutto il Mezzogiorno”, afferma Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil e responsabile elettrodomestico.
Il piano alternativo
Se da un lato il governo sostiene che la strada maestra rimanga la continuità produttiva del sito di Napoli, dall’altro pensa a un’alternativa. Sarebbero tre gli operatori pronti a rilanciare il sito Whirlpool di Napoli che fanno capo ai settori avio e automotive. Le soluzioni allo studio di Mise e Invitalia, se si realizzassero le condizioni di investimento, porterebbero “complessivamente all’assorbimento di personale pari a circa 270/280 occupati”. Secondo quanto presentato dal dirigente di Invitalia Roberto Rizzardo, si tratta di Adler group e Htl fitting con un’altra azienda della componentistica della quale ancora non è stato reso noto il nome. Nello specifico, Adler group potrebbe portare avanti un piano di investimento da 15,5 milioni di euro per centralizzare la produzione avio nell’area, con l’impiego di 52 risorse. Per quanto riguarda il settore automotive, Adler opererebbe un investimento di 18,6 milioni di euro per progetti di batterie a idrogeno (ricerca e sviluppo più produzione) con l’impiego di 20 occupati. Htl lavorerebbe alla localizzazione per l’ampliamento produttivo con risorse stanziate che variano dai 2 ai 10 milioni di euro con 50/60 occupati.
C’è poi un terzo operatore di filiera, di cui si è tenuto riservato il nome, che con un investimento da 5 milioni occuperebbe circa 150 lavoratori. Le soluzioni presentate da Invitalia non sarebbero “alternative ma complementari” e si “potranno realizzare sia quale soluzione diretta allo specifico stabilimento Whirlpool di Napoli, che quale ulteriore opportunità di sviluppo industriale e occupazionale del territorio”.
“Collaboreremo con il Governo per trovare le migliori soluzioni possibili per i dipendenti di Napoli”, ha dichiarato Luigi La Morgia, Vice Presidente Operazioni Industriali della Regione Emea di Whirlpool.