Complice la crisi legata alla pandemia da Coronavirus sono molti gli italiani che stanno cercando forme di credito alternative ai classici prestiti bancari o alla cessione del quinto. Negli ultimi mesi, a partire dal lockdown, riporta l’Agi, è cresciuto dunque nettamente il numero di persone che si rivolgono al credito su pegno o che cercano di ottenere liquidità vendendo i propri oggetti preziosi ai compro oro.
Banca Sistema, tramite la propria controllata Pronto Pegno, è fra i principali operatori italiani su questo fronte e, recentemente, ha perfezionato anche l’acquisizione delle attività di pegno di Intesa Sanpaolo. “C’è sicuramente una netta accelerazione dei volumi se andiamo a fare un confronto con lo scorso anno”, spiega all’AGI il direttore di ProntoPegno, Giuseppe Gentile, partendo dai dati semestrali del gruppo.
I dati dei primi sei mesi
“Sul fronte dei volumi, al 30 giugno, la crescita è aumentata del 39% sull’anno precedente, con oltre 10,6 milioni erogati nel periodo e un totale di pegni che ammonta a 13,3 milioni”, dice Gentile, che osserva come a crescere siano sia “i pegni emessi che quelli rinnovati”. “Se a marzo e ad aprile, con il lockdown, vedevamo solo un forte impulso sui nuovi pegni, perché siamo stati i primi a spostare scadenze e gli interessi, a maggio e giugno abbiamo visto anche un’accelerazione dei rinnovi e dei riscatti”, racconta il direttore di ProntoPegno.
Il mercato, nel 2019, valeva fra i 900 milioni e il miliardo di euro e solamente il 5% degli articoli finisce poi all’asta, mentre il 95% (ma oltre il 99% per la società del gruppo Banca Sistema) viene riscattato. “Dobbiamo vedere cosa succederà a ottobre”, continua Gentile. Se gli effetti negativi della pandemia sull’economia dovessero prolungarsi, potremmo assistere a un’ulteriore crescita, dopo un luglio (che storicamente è un buon mese per l’attività) a +15%. Affide, fra i principali operatori italiani ed europei, non fornisce numeri aggiornati: nel solo mese di maggio, tuttavia, è cresciuto del 18% il numero di operazioni registrate dal gruppo rispetto a febbraio.
I compro oro
Un netto aumento delle attività, secondo il presidente di Antico (l’Associazione Nazionale Tutela Comparto dell’Oro, ndr), Nunzio Ragno, si registra anche presso i ‘compro oro’. “Tengo a precisare che è un’attività molto diversa dal credito su pegno – premette – In ogni caso c’è un aumento delle richieste rispetto al periodo pre-Covid del 30-40%, con un’impennata dovuta a una fase di ristrettezze economico finanziarie”. A spingere al ricorso ai compro oro anche le quotazioni ai massimi storici del metallo prezioso, che porta “anche persone che non hanno bisogno di venderlo, ma che sono consapevoli di avere degli oggetti in disuso, a proporlo ai negozi o anche ai gioiellieri, magari sotto forma di permuta”, conclude Ragno.