Il 7 luglio scorso la Commissione europea ha pubblicato il suo ultimo rapporto sul meccanismo per prevenire o limitare la vendita di prodotti pericolosi sul mercato, il cosiddetto “Sistema di allarme rapido”. Il rapporto mostra che il numero di azioni intraprese dalle autorità a seguito di un allarme cresce di anno in anno, raggiungendo i 4.477 nel 2019 rispetto ai 4.050 del 2018. “Nel 2019, le autorità di 31 Paesi partecipanti al sistema di allarme rapido (Stati membri dell’Ue più Regno Unito, Norvegia, Islanda e Liechtenstein) si sono scambiate 2.243 segnalazioni di prodotti pericolosi attraverso il sistema, il che ha dato luogo a 4.477 azioni di follow-up. Ciò rappresenta un aumento del 10% rispetto all’anno scorso e del 63% dal 2015. Le azioni intraprese – spiega Bruxelles – vanno dal ritiro o distruzione di un prodotto da parte di distributori e rivenditori prima che questo raggiunga i consumatori, fino al richiamo di prodotti non sicuri da parte degli utenti”. I giocattoli sono stati la categoria di prodotti più notificati (29% del totale delle notifiche), seguiti dai veicoli a motore (23%) e dagli elettrodomestici e dalle apparecchiature elettriche (8%). Anche i cosmetici, l’abbigliamento, i tessili e gli articoli di moda, nonché gli articoli di puericultura e le attrezzature per bambini, sono stati oggetto di un elevato numero di segnalazioni. I rischi più segnalati riguardavano “un prodotto che causava lesioni (27%), come fratture o commozioni cerebrali”. I componenti chimici nei prodotti “sono stati la seconda preoccupazione più frequentemente segnalata (23%), seguita dai rischi di soffocamento per i bambini (13%)”. Pur non essendo coperti dal rapporto del 2019, dall’inizio dell’epidemia di coronavirus sono stati registrati diversi nuovi allarmi. “Fino al 1° luglio sono stati registrati 63 allarmi sulle maschere facciali, 3 allarmi sulle tute, 3 allarmi sui disinfettanti per le mani e 3 allarmi sulle lampade Uv (‘bacchette igienizzanti’)”. Tra il 1° marzo e il 1° luglio sono state intraprese 10 azioni di follow-up sulle maschere facciali e una su un disinfettante per le mani, che hanno portato “a un’ulteriore armonizzazione delle misure contro tali prodotti e quindi a una migliore protezione dei consumatori in tutta Europa”.