Rischi concreti per la tenuta economica e sociale del paese e una forte incertezza. E’ questo il perimetro dentro al quale, secondo i sindacati, il governo si sta muovendo e dentro al quale deve trovare soluzioni forti e concrete per uscire dal pantano. AGI ha intervistato Gianna Fracassi, vicesegretaria generale della Cgil, e il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, e Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto Cisl, che hanno evidenziato quali siano le priorità per le organizzazioni sindacali in vista dell’arrivo dell’autunno che sarà impegnativo sotto diversi fronti.
Contro incertezza servono politiche forti
“C’è un tema di fondo che è quello dell’incertezza rispetto ai prossimi mesi a livello europeo e mondiale. Gli effetti su una economia così globalizzata possono essere davvero molto pesanti. All’incertezze bisogna rispondere sul versante economico con delle politiche molto forti”. Spiega Fracassi sottolineando che al riguardo “l’occasione che ci viene data dal Recovery Fund è straordinaria, è chiaro che queste risorse sono fondamentali”.
Secondo il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri “noi abbiamo un problema di tenuta sociale di questo paese che dovremo affrontare perché le aziende che decideranno di usare tutta la cassa integrazione (in particolare le imprese del turismo, della logistica e dei trasporti) avranno bisogno di essere rivisitate dal punto di vista della copertura sociale”.
Rivedere gli ammortizzatori sociali
La proroga della Cig e il divieto dei licenziamenti “sono stati positivi” ma i sindacati ora chiedono unitariamente “che ci sia un intervento di riforma complessiva degli ammortizzatori sociali in senso universale”. La formula di mediazione individuata sullo stop ai licenziamenti è, secondo Sbarra, “un passo avanti, ma non è sufficiente a tutelare centinaia di migliaia di persone destinate in questo modo a uscire dal regime di protezione già a metà novembre”. Bisogna “estendere le tutele per tutti, stabilendo la possibilità di far ricorso agli strumenti ordinari fino a fine anno. Occorre assolutamente tenere collegate le persone al lavoro per un periodo sufficiente ad agganciare una ripresa produttiva più ampia”.
La riforma fiscale
“E’ ormai improrogabile aprire la discussione su una riforma del fisco capace di alzare i salari e le pensioni, in modo da sostenere i consumi e quindi anche le imprese. Per questo la Cisl chiede al Governo l’apertura nelle prossime settimane di un vero confronto sui temi del lavoro, della crescita e del migliore utilizzo delle risorse del recovery fund. Occorre un grande patto sociale come avvenne negli anni novanta quando il paese era sull’orlo del fallimento economico e l’inflazione era a due cifre”. Spiega Luigi Sbarra segretario generale aggiunto Cisl. Dello stesso parere anche Fracassi che ribadisce la necessità di partire “da un intervento che si può fare subito che è quello della detassazione degli incrementi contrattuali per dare un sostegno anche alla stagione contrattuale”. Sulla riforma fiscale su una seria lotta all’evasione c’è una “posizione unitaria molto forte delle tre confederazioni”, assicura Fracassi. “Dobbiamo pensare a come ricucire il paese sul versante dell’equità fiscale”.
Il Recovery fund
“Ricostruire e riconvertire la nostra struttura economica in un orizzonte che tenga dentro anche i grandi assi delle politiche europee cioè la digitalizazione e green” e questa, secondo Fracassi, “è una occasione storica”. Deve essere un impegno “fondamentale per il governo e per il paese intero. Una operazione così profonda impegna tutti. Secondo la vice di Landini, “non abbiamo bisogno di una miriade di progettini sul Recovery fund ma vanno individuate grandi missioni che orientino lo sviluppo del paese e su queste piegare interventi concreti e misurabili”
La mobilitazione unitaria dei sindacati
“Vorremmo contribuire, nel rispetto dei ruoli, a ridisegnare un paese diverso. Il 18 settembre ci sarà una manifestazione nella quale sosterremo la necessità di un incontro con il governo e di rinnovare i contratti. Ricordiamo che ci sono 10 milioni di lavoratori che hanno il contratto scaduto e quindi questa è la prima emergenza”, ribadisce Bombardieri.