Altre pungolature al governo e ai sindacati in arrivo dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi, dopo 100 giorni alla guida di viale dell’Astronomia. ‘Punture’ contenute in una lettera interna inviata ai presidenti di tutte le associazioni del sistema Confindustriale.”Seppur vero che nessuno era preparato a gestire gli effetti di una pandemia di questa natura è altrettanto vero che tutti i provvedimenti messi in campo in questi mesi, che hanno impegnato risorse ingenti per circa 100 miliardi di euro, non hanno sciolto alcun nodo che imbriglia la crescita del nostro Paese”. Bonomi ribadisce che “ci hanno visto esprimere una forte criticità di fondo, rispettosa delle prerogative del Governo, ma fin qui irrisolta”. E spiega perché: “I numerosi interventi specifici, i bonus frammentati e i nuovi fondi accesi presso ogni ministero, non sono stati certo la risposta articolata ed efficace che ci aspettavamo”.Poi ce n’è anche per il sindacato. “All’accusa che i leader sindacali hanno rivolto a Confindustria di non volere i contratti abbiamo risposto con chiarezza che Confindustria i contratti li vuole sottoscrivere e rinnovare. Solo che li vogliamo ‘rivoluzionari’”, scrive il leader degli industriali. Contratti rivoluzionari “rispetto al vecchio scambio di inizio Novecento tra salari e orari”. “Non perchè siamo rivoluzionari noi, aggettivo che proprio non ci si addice, ma – spiega – perchè nel frattempo è il lavoro e sono le tecnologie, i mercati e i prodotti, le modalità per produrli e distribuirli, ad essersi rivoluzionati, tutti e infinite volte rispetto a decenni fa”. Bonomi, in vista del tavolo con i sindacati del 7 settembre, dice agli imprenditori dell’industria che è una posizione da sostenere con “chiarezza e fermezza”, con “tutto l’equilibrio ma anche con tutta la risolutezza necessaria”.Altro tema legato al lavoro. La decisione dell’esecutivo di Giuseppe Conte di estendere gli ammortizzatori sociali e vietare per legge i licenziamenti nel clou della pandemia Coronavirus “poteva essere giustificata”, ma per il numero uno degli industriali “protrarla ad oltranza è un errore molto rischioso”. E mette in guardia. “Più si protrae nel tempo il binomio ‘cig per tutti-no licenziamenti’ più gli effetti di questo congelamento potrebbero essere pesanti, in termini sociali e per le imprese”. Per alcune aziende questa specie di “anestesia” potrebbe significare “al risveglio l’avvio di procedure concorsuali”. La giusta rotta per Bonomi è un’altra: una riforma “complessiva e di sistema” per politiche per il lavoro attive e non passive. A partire dalla prossima legge di Bilancio.Ma la critica non si ferma qui ed è netta. Per Bonomi “non va lontano un paese che si ostina a non voler conoscere l’impresa preferendo coltivare in vasti settori un pregiudizio anti-industriale” e “che vuole tornare alla rete pubblica delle Tlc bloccando i privati del settore dimentica il rovinoso falò di risorse delle partecipazioni statali che obbligò alle privatizzazioni di inizio anni 90”.