– Sono 120 i tavoli di crisi al ministero dello Sviluppo economico e riguardano 160 mila posti di lavoro. Circa 70 tavoli sono aperti da piu’ di 3 anni e 28 da 7 anni. Nell’ultimo anno, il numero delle vertenze e’ diminuito: una decina le crisi risolte con esiti positivi, da Pernigotti e Corneliani, Treofan di Battipaglia, alla Mahle di La Loggia e Saluzzo, alla ex Alcoa di Portoveme, alla Ferriera di Servola. Passi avanti sono stati compiuti anche per la Bekaert di Figline Valdarno, con due ipotesi di reindustrializzazione del sito toscano, la prima con il coinvolgimento di Trafilerie Meridionali, la seconda di “Workers buyout” della Cooperativa Steelcoop. In corso anche il progetto di reindustrializzazione del sito di Martignacco della Safilo, da parte della societa’ Ivision. In attesa di sviluppi la Acc Wanbao, dopo la nomina del commissario straordinario, che deve fare il piano di rilancio. Mise e ministero del Lavoro lavorano infine alla vertenza Conad Auchan per il riassorbimento dei lavoratori con l’obiettivo di salvaguardare il numero massimo di posti. A settembre ripartiranno i confronti al Mise: gia’ convocati i tavoli Betafence (il primo del mese), Yokohama (il 2 settembre), e a seguire, Embraco (15 settembre a Torino), Jabil e Italtel. Nuovo incontro anche su Treofan di Terni ( nella prima meta’ di settembre) e Sider Alloys (11 settembre).
Queste le vertenze in agenda a settembre. – BETAFENCE DI TORTORETO La multinazionale ha annunciato la delocalizzazione della produzione di Tortoreto (provincia di Teramo) in Polonia; si perderebbero cosi’ 155 posti di lavoro, a cui si aggiungono i 150 dell’appalto. I lavoratori hanno scioperato lo scorso 26 agosto e i sindacati hanno proclamato un’altra mobilitazione il 1 settembre, in concomitanza dell’incontro al Mise. Fim, Fiom e Uilm si aspettano che dal tavolo arrivino delle risposte concrete, “cambiando la scelta inaccettabile del Fondo di cancellare un’azienda in salute e che fa utili”. – YOKOHAMA DI ORTONA L’azienda giapponese che produce tubi off-shore ha comunicato la volonta’ di chiudere e mettere in liquidazione lo stabilimento di Ortona, in provincia di Chieti, dove lavorano 83 persone. Istituzioni locali e sindacato si sono mobilitati per salvare i posti di lavoro. Il consiglio comunale di Ortona ha approvato una mozione per salvaguardare il futuro dei dipendenti. L’obiettivo e’ che lo stabilimento di contrada Tamarete resti attivo e parta la cassa integrazione (e non la mobilita’) per i lavoratori.
EX EMBRACO DI TORINO Dopo l’istanza di fallimento a fine luglio da parte della Ventures e la nomina del curatore fallimentare, l’obiettivo e’ ora trovare una soluzione chiara per lo stabilimento torinese e per i 407 lavoratori, che sono stati messi in cassa integrazione. Gli ammortizzatori sociali sono stati autorizzati in modo retroattivo dal 23 luglio per coprire il periodo che ha seguito il fallimento dichiarato dal Tribunale di Torino. Invitalia e’ intanto impegnata ad individuare, in collaborazione con il Governo, una soluzione alla vertenza. La Sindaca di Torino Chiara Appendino, il Prefetto e il Mise hanno istituire un tavolo permanente in Prefettura. – TREOFRAN DI TERNI Il 10 agosto scorso e’ stato siglato l’accordo tra le parti per la ripartenza del sito produttivo di Terni. L’accordo prevede la sospensione dello sciopero dei lavoratori, che proseguiva dal 29 giugno scorso, e il contemporaneo impegno dell’azienda a ristabilire normali relazioni industriali e sindacali e a pianificare la produzione per i prossimi mesi. E’ stato quindi concordato il ricorso alla Cassa Integrazione Covid-19. L’azienda si e’ anche impegnata ad incontrare la Regione Umbria per approfondire eventuali opportunita’ connesse con i piani di sviluppo regionale, con il Polo Industriale di Terni e con l’area di crisi complessa. L’incontro di meta’ settembre servira’ a verificare gli accordi presi e discutere le prospettive per i mesi successivi.
ITALTEL DI SETTIMO MILANESE E PALERMO A luglio l’azienda di telecomunicazioni ha richiesto il concordato preventivo i cui termini scadono l’11 settembre. A maggio sindacati e azienda avevano raggiunto un accordo di cassa integrazione ordinaria per “Covid-19” per il periodo meta’ maggio- fine agosto, per i 977 dipendenti, di cui 603 della sede di Settimo Milanese e 183 di quella di Palermo. In un incontro con Mise e azienda, Fim, Fiom e Uilm hanno chiesto nuove misure di ristrutturazione del debito e un forte intervento pubblico, anche attraverso Cdp, per salvaguardare e rilanciare l’azienda nella sua integrita’ e scongiurare spezzatini che avrebbero ripercussioni estremamente negative sui lavoratori. – SYDERALLOYS DI PORTOVESME L’azienda sarda, ex Alcoa, ha firmato il contratto con l’Enel per la fornitura di energia a 49,24 euro a megawattora. Fissato il costo dell’energia per i prossimi 5 anni piu’ cinque, la produzione di alluminio puo’ ripartire. Il programma prevede la ricostruzione degli impianti, un investimento complessivo di circa 150 milioni, l’inserimento di circa 370 lavoratori diretti e 70 a contratto, a cui se ne dovrebbero aggiungere altri quando sara’ riavviata la cosiddetta fabbrica degli anodi. Attualmente nello stabilimento operano circa 100 lavoratori. – JABIL DI MARCIANISE La societa’ americana, che produce componenti e circuiti elettronici, a maggio scorso ha annunciato il licenziamento collettivo di 190 dipendenti in esubero, nonostante le norme in vigore lo impedissero. Il 3 giugno e’ stato sottoscritto un accordo in base al quale sono stati ritirati i licenziamenti, in attesa di proposte di assunzione di aziende interessate al percorso di ricollocazione dei lavoratori. Il 7 agosto si e’ riunita la conference video/call convocata dal Mise, dove e’ emerso che erano state finora assunti 54 dipendenti da Softlab (nel complesso ricollocati in 57), societa’ intenzionata ad assumere altre risorse. Altri soggetti, fra cui un investitore cinese, hanno mostrato interesse ad investire sul sito casertano.Il tavolo ministeriale di settembre servira’ a proseguire il monitoraggio.