Nel secondo trimestre 2020, l’input di lavoro utilizzato complessivamente dal sistema economico (espresso dalle ore lavorate di Contabilita’ Nazionale) registra una forte diminuzione rispetto sia al trimestre precedente (-13,1%) sia allo stesso periodo del 2019 con un calo del 20,0%, Lo rileva l’Istat nella sua indagine sul mercato del lavoro.
Meta’ occupati persi II trimestre e’ under 35. Nel secondo trimestre gli occupati sono diminuiti di 841.000 unita’ rispetto al trimestre precedente e tra questi quasi la meta’ sono giovani under 35. Lo rileva l’Istat spiegando che gli under 35 hanno perso l’8% dell’occupazione scendendo a 4.776.000 unita’ mentre la classe tra i 35 e i 49 anni ha perso 424.000 unita’ (toccando le 9.157.000 persone) e quella over 50 ha perso solo 1.000 persone arrivando a quota 8.780.000. Il dato e’ legato all’epidemia da coronavirus e alla caduta dei contratti a termine e del lavoro indipendente mentre i rapporti stabili sono stati salvaguardati dal blocco dei licenziamenti e dall’utilizzo massiccio della cassa integrazione.
Crollo occupati II trimestre, -841.000 su anno. “Dopo la sostanziale stagnazione dei primi due mesi del 2020 – scrive l’Istat nel suo punto sull’impatto dell’emergenza sanitaria sull’occupazione – il sopraggiungere dell’epidemia ha investito il mercato del lavoro con cali dell’occupazione tra marzo e giugno senza precedenti. Nel secondo trimestre 2020, la variazione di -841.000 occupati (-3,6% rispetto allo stesso trimestre del 2019) e’ il risultato del rallentamento della crescita occupazionale dalla seconda meta’ del 2019 e – soprattutto – dell’eccezionale calo generato dalle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria (chiusura dei settori produttivi non essenziali e limitazioni negli spostamenti). Malgrado gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti abbiano permesso di sostenere l’occupazione, la sospensione delle attivita’ – spiega l’Istituto – ha fortemente pregiudicato l’avvio di nuovi rapporti di lavoro, in particolare di quelli a termine. In otto casi su dieci la diminuzione dell’occupazione riguarda i dipendenti a termine (-677 mila, -21,6%) e si concentra tra quelli con durata del lavoro non superiore ai sei mesi (-428 mila)”. Inoltre, non si sono registrate le usuali nuove assunzioni a tempo determinato che caratterizzano l’inizio della stagione turistica estiva. La gran parte del calo tendenziale del numero di occupati nel secondo trimestre 2020 – prosegue l’Istat – “e’ dovuto all’aumento delle cessazioni che si associa alla diminuzione di nuove attivazioni dei rapporti di lavoro a termine, concentrato tra quelli di breve durata”. I settori maggiormente colpiti dall’emergenza sanitaria sono proprio quelli dove il lavoro a termine e’ piu’ diffuso: commercio (-191.000 occupati, -5,8%) e, soprattutto, alberghi e ristorazione (-246.000, -16,1%). Il forte calo nei comparti della ristorazione (-13%) e’ comunque piu’ contenuto di quello osservato per gli alberghi (-28,3%). Un altro settore che ha decisamente risentito degli effetti della pandemia, anche per la rilevante presenza di lavoratori non regolari, e’ quello dei servizi domestici alle famiglie (-125.000, -16,7%), interessando principalmente gli stranieri e le donne. Tra le professioni piu’ colpite – scrive l’Istituto -spiccano camerieri, baristi, cuochi, commessi ed esercenti delle vendite al minuto, collaboratori domestici e badanti; tra le poche professioni in crescita si segnalano i tecnici programmatori o elettronici e gli addetti alle consegne.
Tasso occupazione Sud II trimestre scende al 43,4%. La crisi epidemiologica e il conseguente lockdown ha fatto danni sul fronte del lavoro soprattutto nel Mezzogiorno: in quest’area, secondo i dati sul mercato del lavoro diffusi oggi dall’Istat, il tasso di occupazione nel secondo trimestre e’ risultato pari al 43,4%, di due punti inferiore a quello del secondo trimestre 2019 a fronte di un calo complessivo per l’Italia di 1,9 punti. Al Centro la diminuzione del tasso di occupazione e’ stata di 1,7 punti percentuali mentre al Nord e’ stata di due punti portando il tasso di occupazione al 66,2%. Per le donne del Sud il lavoro resta un miraggio con un tasso di disoccupazione sceso di 2,2 punti percentuali al 31,7%. Meno di una donna su tre tra i 15 e i 64 anni risulta occupata.