L’assessorato all’Agricoltura rende noto che e’ stato pubblicato sul portale della Regione Molise l’elenco delle aziende beneficiarie di autorizzazioni per nuovi impianti vitivinicoli (annualita’ 2020), trasmesso dal ministero delle Politiche agricole. Sono 225 le imprese ammesse al contributo, “segno di una crescita evidente del settore – commenta l’assessore Nicola Cavaliere – e di uno sviluppo numerico costante e graduale, ma anche e soprattutto di carattere qualitativo di un prodotto sempre piu’ apprezzato al di fuori dei confini regionali e nazionali. La tutela, la promozione e la valorizzazione del vitivinicolo molisano – conclude – restano prioritarie per la Regione che, proprio attraverso le sue maggiori eccellenze, intende programmare il futuro del territorio”.
Fare squadra e invertire la rotta. Puo’ essere letta cosi’ l’iniziativa messa in campo da 15 imprenditori agricoli del Basso Molise che hanno dato vita a un patto di cooperazione adottando una linea comune da tenere sul fronte dei prezzi dell’uva in cassetta destinata alla produzione di vino. Lo scopo e’ ottenere il giusto ristoro economico nella vendita del prodotto ai commercianti che, per consuetudine consolidata, sono quelli che fissano i prezzi cercando di orientarli verso il basso. Come accade per la produzione del tartufo molisano, che prende altre strade e finisce per essere totalmente sconosciuto alle ‘platee’ nazionali e internazionali, cosi’ anche per l’uva da vino del Basso Molise che in parte finisce nelle cantine di altre regioni. Tra i promotori di questa iniziativa, la prima in Molise, che ha anche ricevuto il plauso della Coldiretti regionale, Adamo Spagnoletti, imprenditore agricolo di Campomarino (Campobasso). L’ANSA lo ha interpellato. “Il nostro lavoro e’ particolare – osserva – non tutti riescono a farlo in quanto bisogna sistemare il prodotto nelle cassette per poi trasportarlo fino ai camion; necessita di un’organizzazione diversa. Abbiamo ritenuto di lanciare un sasso per vedere che onda si ottiene”. Un tentativo, dunque, di cambiare le regole non scritte unendo la forza dei numeri che parla a favore dei produttori rispetto a quella dei commercianti. “Speriamo sia l’inizio di una nuova collaborazione tra noi, in quanto uno dei problemi che caratterizza il nostro settore e’ quello dei venditori ‘liberi’, persone che hanno un altro lavoro e nell’ottica di un sostegno all’economia familiare vendono il prodotto a prezzi bassi”. Si parte dunque dalla produzione d’uva, ma questa iniziativa potrebbe essere estesa ad altri settori dell’agroalimentare? “Assolutamente si’ – risponde – Parliamo delle produzioni orticole che insistono e ci sono nel Basso Molise. Pero’ qui entriamo in un contesto particolare: diversi agricoltori lavorano per conto terzi, i commercianti forniscono tutti i mezzi che occorrono per portare avanti una coltura riconoscendogli alla fine solo il lavoro svolto. Non commento questa situazione, ma sono cose che accadono”. Spagnoletti pone anche l’accento anche su un’altra questione. “Sarebbe opportuno – evidenzia – mettere in rete notizie a livello territoriale. Esistono le Borse merci del grano, quelle dell’ortofrutta, ma sempre dal punto di vista commerciale. Quella che manca e’ la nostra capacita’ di sapere che tipo di uva c’e’, cosa succede con le produzioni in atto, che quantitativi ci sono in altre province”. Non una vera e propria Borsa merci, dunque, ma una sorta di osservatorio informativo settimanale dal quale acquisire notizie per poi relazionarsi con le specifiche situazioni. “Un lavoro – conclude – che potrebbe essere portato avanti da organizzazioni che sono presenti su tutto il territorio nazionale”.