“Partendo da un’analisi della situazione lavorativa globale, secondo quanto emerso dal Rapporto dell’Oil weso – world employment and social outlook: trends 2020 – il problema principale dei mercati del LAVORO rimane la scarsa qualità delle condizioni lavorative”. E’ quanto si legge nel 3° rapporto Anmil sulla salute e la sicurezza nei luoghi di LAVORO, presentato oggi. I dati contenuti mostrano infatti che, nel 2019, la maggioranza dei 3,3 miliardi di persone occupate nel mondo è stata soggetta a condizioni inadeguate in termini di sicurezza economica, benessere materiale e pari opportunità. Stando poi alle stime derivanti dai dati contenuti all’interno della banca dati Ilostat, si prevede che, nel mondo, tra il 2020 e il 2024 la disoccupazione colpirà maggiormente i lavoratori compresi nella fascia di età tra i 15 e i 24 anni, arrivando a toccare, su scala globale, il 12,6% del totale. Simili anche, se lette in percentuale, le stime relative al working poverty rate globali: nelle fasce giovanili infatti, senza anche in questo caso considerare distinzioni di genere, dovrebbe aver luogo un lento abbassamento del quantitativo totale di lavoratori che si trovino in condizioni di povertà, passando dal 12,6% del 2020 (con riferimento alla fascia di età 15-24 anni), al 12,4% del 2021, benché anche in questo caso la necessità di cautela nell’analisi, direttamente collegata alla pandemia, non può non essere tenuta in forte considerazione.