Il Covid ha accelerato ulteriormente la trasformazione di Eni e quando la pandemia sarà finita la società sarà diversa. Lo ha detto l’ad di Eni, Claudio Descalzi, intervenendo a un webinar organizzato da Il Messaggero, ‘Obbligati a crescere’. “Eni non sarà mai più come era prima del Covid perché il contesto non sarà più pre-Covid. Parlo della parte energetica ma anche della parte dei trasporti e di quella sociale. Io penso che il post-Covid sarà un processo di recupero diverso, saranno prese strade diverse, non percorreremo gli stessi sentieri“, ha osservato. “Noi abbiammo accelerato in questo cambiamento, abbiamo gli strumenti, non è un’azione superficiale ma profonda. Dopo che le nuvole del Covid andranno via, si vedranno un corpo, una faccia e dei percorsi differenti. C’è stata un’accelerazione della trasformazione. E’ un’esperienza difficile, perché tutti ci vedono ancora con la faccia vecchia, cambiare pelle non è una cosa semplice. Ma è un discorso irreversibile perché quando diventa un discorso di sopravvivenza le modifiche sono impensabili, di fronte alla sopravvivenza si cambia. Con il post-Covid ci sarà una nuova mente, un nuovo corpo, un nuovo cuore“, ha evidenziato Descalzi.
Cambiare convertendo le infrastrutture: gli esempi di Gela e Venezia
In ogni caso, ha proseguito Descalzi, i cambiamenti “sono processi lunghi perché le infrastrutture costano moltissimo e, quando si sviluppa un sistema di infrastrutture molto complesso, i cambiamenti non possono essere a U, tutto deve essere preparato e soprattutto la capacità di trasformarsi mantenendo le infrastrutture esistenti permette di fare cambiamenti molto più rapidi, senza rottamare quello su cui si è investito negli anni”. In questo senso, il manager ha fatto l’esempio delle raffinerie di Venezia e Gela, trasformate in bioraffinerie: “Quello delle bioraffinerie rappresenta un esempio calzante visto che non utilizzano petrolio ma biomasse anche avanzate, quindi scarti, rifiuti sia animali che vegetali. Tali processi ci hanno permesso di trasformare senza chiudere o mandare via personale. Produciamo prodotti che riducono il contenuto carbonico, permettono di mantenere le strutture esistenti. Per il futuro siamo già pronti”.
Ottimo confronto tra pubblico e privato sul Recovery fund
“Il Recovery Fund è stato un ottimo momento di aggregazione, con un’ottima connessione fra pubblico e privato“, ha aggiunto l’ad di Eni. “Noi ci siamo occupati dei progetti energetici. Gli obiettivi sono differenti, dal creare occupazione, all’innovazione per ridurre la componente carbonica, alla formazione”, ha aggiunto. “Ogni progetto – ha proseguito – deve dare all’Italia, al Governo, la possibilità di esprimere dei parametri di confronto con altri progetti che ci sono in Europa. E’ stato un momento di grande lavoro. A giugno, luglio e agosto siamo stati al lavoro tutti insieme per essere pronti a presentare una serie di progetti lavorando con i ministeri competenti”. Tra i progetti inseriti nel piano italiano che verrà portato a Bruxelles c’è quello di cattura e stoccaggio della CO2 di Ravenna. “Diventerà uno dei maggiori hub al mondo”, ha evidenziato Descalzi, ricordando anche l’iniziativa che riguarda “la fissazione della CO2 nelle microalghe, un processo molto importante che abbiamo inserito anch’esso nel Recovery Plan”. Altra iniziativa a cui Eni sta lavorando è quella sulla produzione di energia dal moto ondoso. “Si tratta di un progetto maturo e rivoluzionario perché potrà dare energia pulita a prezzi contenuti alle isole che spesso producono energia bruciando gasolio”. “Sicuramente il nostro è un processo irreversibile, il futuro non sarà basato sul petrolio” e per questo bisogna trovare altre strade per garantire “la sicurezza energetica che resta importante anche in mondo globalizzato”.
Nel Mediterraneo e in Medio Oriente alleanze aprono nuove strade
Descalzi si è poi soffermato a riflettere sull’attuale situazione geopolitica nel Mediterraneo e nel Medio Oriente dove le alleanze tra Israele, Arabia Saudita, Emirati Arabi come quella, precedente, con l’Egitto aprono strade nuove. “La situazione negli ultimi 10 anni si è complicata nel Nord Africa, anche se in realtà non è mai stata semplice. Abbiamo visto una serie di alleanze e accordi”, ha affermato in riferimento ad Israele, “si tratta di una nuova alleanza politica ma anche economica sulla sicurezza, sugli investimenti energetici. Più si arrivano a fare alleanze, più c’è dialogo, più si riescono a individuare strade nuove. Tutte devono essere ispirate dalla pace, senza pensare che qualcuno possa essere egemone rispetto a un altro, e in questo senso penso anche ai paesi europei”. Parlando della Libia, l’ad di Eni ha evidenziato come “sia necessario rispettare la sovranità del popolo libico e la loro indipendenza, senza questo la pace sarà difficile. Noi siamo abituati ai problemi e alle tensioni. L’energia è un bisogno primario, in Libia siamo l’unica società che dà più del 50% della sua produzione gas al mercato domestico, l’abbiamo fatto negli ultimi 10 anni con la guerra, con un certo rischio ma aiutando moltissimo la popolazione libica ed è per questo che continuiamo a lavorare”. Sui rapporti nell’area con gli altri competitors, Descalzi ha spiegato che “abbiamo rapporti buoni con tutti, noi siamo pragmatici, facciamo energia, con i peer collaboriamo, rispettando una competizione corretta. In particolare la nostra competizione si basa sulla tecnologia“.