Cedolare secca sugli affitti e possibilita’ per bar e ristoranti di ‘allargarsi’ con i tavolini all’aperto senza dover pagare l’occupazione del suolo pubblico. Mentre lima, non senza difficolta’ ‘tecniche’, le stime della cornice macroenomica dei conti pubblici, il governo apre ufficialmente anche il cantiere della manovra vera e propria. Una legge di bilancio che si inserisce nel percorso tutto nuovo del Recovery Fund e che non potra’, pero’, contare sui fondi europei per le coperture. Intanto, come spiega il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, bisognera’ vedere “i dati di assestamento” dei conti pubblici in arrivo appunto con la Nadef (la nota di aggiornamento al Def), che trarranno ossigeno dai “numeri non negativi del terzo trimestre”. Una volta chiarito il quadro entro cui ci si potra’ muovere si stabiliranno le priorita’ cui dare seguito gia’ con la legge di Bilancio e quelle da candidare per ottenere i fondi del Next generation Eu. L’esecutivo di certo, assicura De Micheli, non pensa “ad aumenti delle tasse” e, anzi, guarda a tutte le opportunita’ di ridurle compresa una “estensione della cedolare secca” sugli affitti. La ministra parla alla platea di Confedilizia, sensibilissima alle tasse sul mattone, che da tempo chiede non solo piu’ chiarezza e una applicazione piu’ ampia del 10% sugli affitti abitativi (al momento lo sconto vale solo nelle grandi citta’) ma anche di reintrodurla su negozi e immobili commerciali, dopo la sperimentazione positiva del 2019. “E’ sicuramente un intervento che questo governo dovra’ e vorra’ fare” dice il sottosegretario all’Economia Alessio Villarosa, assumendosi “l’impegno di portare avanti, non dico nel decreto agosto ma sicuramente nella legge di Bilancio” questo come altri temi legati all’immobiliare, dall’idea avanzata da Confedilizia di un contributo per i proprietari coinvolti dal blocco degli sfratti al nodo della tassazione “dei canoni non riscossi”. Su alcuni di questi capitoli, infatti, i partiti di maggioranza ma anche di opposizione, hanno presentato diversi emendamenti al decreto all’esame del Senato, che entrera’ nel vivo a partire da martedi’. Ci dovrebbe essere una scrematura delle oltre 2.600 proposte di modifica che dovrebbero essere limitate a 5-600 ‘segnalati’ su cui concentrarsi per stabilire dove allocare i 250 milioni ancora a disposizione, a partire dagli aiuti alle imprese con interventi sugli ammortamenti e sulla cessione dei crediti di imposta 4.0. Altro settore su cui si concentrano gli emendamenti e’ quello del turismo e della ristorazione, tra i piu’ provati dall’onda lunga della crisi-Covid: per questo si sta pensando a una proroga anche nel 2021 dell’esenzione da Tosap e Cosap per chi ha aggiunto tavolini all’aperto che, pero’, costa circa 20 milioni al mese e potrebbe trovare spazio successivamente in manovra. L’entita’ delle risorse a disposizione per le misure del nuovo anno ancora non e’ chiara e si incrocia con la contabilizzazione dei (futuri) fondi europei. Per trovare coperture l’esecutivo potrebbe varare, come ogni anno, un decreto fiscale che accompagna la manovra ma potrebbe anche studiare la via di de-finanziare misure che non hanno bisogno immediato di fondi, in attesa di coprirle in corso d’anno con il Recovery.