Ha superato quota 1.500 il numero degli azionisti della Banca popolare di Bari (BpB) che hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo sul crac che a dicembre ha portato al commissariamento dell’istituto di credito e che oggi vede imputati gli ex amministratori Marco e Gianluca Jacobini, padre e figlio rispettivamente ex presidente ed ex co-direttore, accusati di falso in bilancio, falso in prospetto, false comunicazioni sociali e ostacolo alla vigilanza. Nell’aula ‘bunker’ di Bitonto, ex sezione distaccata del Tribunale e la piu’ grande aula di cui dispone la giustizia barese, gli avvocati sono stati convocati in ordine alfabetico e scaglionati ad ore, per evitare assembramenti. Indossando mascherine e sottoponendosi all’ingresso a misurazione della temperatura, i legali provenienti da tutta Italia hanno depositato uno alla volta l’atto di costituzione per conto delle centinaia di azionisti finiti sul lastrico, famiglie che si sono viste sfumare i risparmi di una vita e che oggi chiedono giustizia. All’udienza, a rappresentare l’accusa, hanno partecipato il procuratore facente funzione Roberto Rossi e il sostituto Federico Perrone Capano. I legali degli azionisti hanno chiesto anche la citazione della banca come responsabile civile, mentre la nuova amministrazione dello stesso istituto di credito ritiene di essere parte lesa, e chiedera’ i danni morali e di immagine alla reputazione della banca. Oltre agli azionisti e all’istituto di credito, hanno chiesto di costituirsi come parte civile diverse associazioni di consumatori e sindacati. Le circa mille parti civili che oggi hanno chiesto di entrare nel processo si aggiungono alle 435 che gia’ lo avevano fatto all’udienza del 16 luglio, celebrata in un’aula del palagiustizia di via Dioguardi e subito sospesa per l’elevato numero di parti che non consentiva il rispetto delle norme di distanziamento anti-Covid. Cosi’ il presidente del collegio, il giudice Marco Guida, ha deciso di diluire l’udienza in tre giornate consecutive, fino a sabato mattina. Quando si conoscera’ l’esatto numero di parti costituite, potenzialmente decine di migliaia quanti sono gli azionisti, si procedera’ alla scelta di una sede definitiva sufficientemente grande da ospitare tutti. La ricerca e’ gia’ cominciata e nei giorni scorsi i vertici degli uffici giudiziari baresi hanno lanciato un appello alle istituzioni locali perche’ li aiutino nella individuazione di una struttura adatta. Al momento le ipotesi sono cinema e teatri, ma anche la Fiera del Levante. “Mi risultano enormi sforzi per trovare una sede idonea. Noi abbiamo voglia di fare questo processo, ovviamente per dimostrare l’estraneita’ agli addebiti – ha detto l’avvocato Francesco Paolo Sisto, co-difensore degli imputati – . Vi e’ una necessita’ di celebrarlo per tutti coloro che hanno interesse ad una definizione puntuale, chiara e netta di una vicenda come quella della Banca popolare”. (