La crisi scatenata dal coronavirus ha bruciato 3.500 miliardi di dollari di redditi da lavoro nei primi 9 mesi dell’anno. Il calcolo è dell’Ilo, secondo cui nel solo secondo trimestre di quest’anno sono state perse ore lavorate equivalenti a 495 milioni di posti a tempo pieno rispetto agli ultimi tre mesi del 2019. E per il terzo trimestre l’agenzia dell’Onu si attende un’ulteriore riduzione del 12,1%, pari a 345 milioni di occupati a tempo pieno equivalenti. Il dato esclude i sussidi pubblici concessi dai diversi governi.
L’Ilo ha anche peggiorato le sue stime per il quarto trimestre. Il calo delle ore lavorate, prevede l’organizzazione, si attestera’ all’8,6%, pari a 245 milioni di posti di lavoro equivalenti, contro il precedente -4,9% per 140 milioni di occupati a tempo pieno equivalenti. Tra le ragioni che spiegano il peggioramento delle attese, l’Ilo sottolonea che gli effetti della pandemia hanno colpito soprattutto i lavoratori impiegati nei settori informali delle economie in via di sviluppo ed emergenti. Inoltre, il calo dell’occupazione e’ piu’ legato all’inattivita’ che alla disoccupazione in senso stretto.