Rallenta la compartecipazione dei Comuni al contrasto all’evasione: le somme spettanti quest’anno ai Municipi per la loro partecipazione all’attività di accertamento fiscale e contributivo per l’anno 2019, ammontano a 7,8 milioni di euro, con un calo del 31,8% rispetto al 2018. E’ quanto emerge da uno studio della UIL del Servizio Lavoro, Coesione e Territorio coordinato da Luigi Velletro. “I condoni o la pace fiscale varati negli ultimi anni rischiano di rendere vana, anche per il futuro, l’azione dei Comuni nel contrasto all’evasione fiscale e contributiva” commenta la segretaria confederale della Uil Ivana Veronese. Dal 2010, anno in cui fu introdotta la compartecipazione dei Comuni al contrasto all’evasione, i Comuni hanno recuperato 116,8 milioni. Si è passati da 1,1 milioni del 2010 a quasi 3 milioni del 2011, schizzando a 11 milioni del 2012 e a 17,7 milioni del 2013.
L’apice si è toccato nel 2014 con 21,2 milioni, per poi rallentare e diminuire costantemente dal 2015. Nel 2019 solo 387 Comuni (il 5,1% del totale) hanno attivato l’attività di contrasto. Le norme prevedono che ai Comuni spetti il 100% del recuperato dall’Agenzia delle Entrate, con le quali il Municipio deve fare un accordo. Le imposte evase “scoperte” dai Comuni sono soprattutto Irpef (in particolare gli affitti in nero), Iva, Ires (per le prestazioni chieste presentando l’Isee che risulta incongruo ), i contributi per la scoperta di lavoratori in nero nele aziende del territorio. L’evasione dell’Irap non rientranello studio perché in questo caso è la Regione che deve fare un accordo con l’Agenzia delle Entrate” spiega Velletro.