Un grande patto per creare un fisco finalmente piu’ equo, piu’ semplice e se possibile piu’ leggero. E’ questa la strada da intraprendere per arrivare ad una vera riforma fiscale, che sia strutturale e credibile. Un obiettivo che non si improvvisa e che non puo’ essere raggiunto in un anno, ma per il quale il governo si da’ ora un orizzonte triennale. A lanciare la sfida e’ il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, che – a poche ore dall’approvazione della NaDef – ha voluto rassicurare sull’andamento dell’economia e, in qualche modo, anche sul livello dei contagi, molto lontano a suo parere da quello prospettato nel Documento nel cosiddetto ‘scenario avverso’. Nella Nota di aggiornamento al Def e’ prevista l’istituzione di un nuovo fondo ad hoc in cui confluiranno i proventi della lotta all’evasione, intesa pero’ non solo come contrasto alle frodi ma anche e soprattutto come compliance fiscale, percorso gia’ intrapreso e che finora ha dato risultati in alcuni casi superiori alle aspettative. Le maggiori entrate legate all’aumento della conformita’ fiscale che confluiranno nel Fondo verranno restituite, in tutto o in parte, ai contribuenti “sotto forma di riduzione del prelievo”, viene assicurato nel documento. “Il Governo – ha spiegato quindi Gualtieri – intende infatti stabilire un patto fiscale con i cittadini italiani che premi la fedelta’ fiscale e contributiva delle imprese e dei lavoratori”. Per farlo serve pero’ la collaborazione di tutti e un cambio di mentalita’ delle istituzioni e della societa’, essenziale in questa fase per il rilancio complessivo del Paese, reso ora possibile dall’opportunita’ “unica e irripetibile” del Recovery Fund. Le risorse messe a disposizione dalla Ue segnano del resto gia’ un enorme cambio di strategia a livello europeo e permettono al nostro Paese di avere effettivamente di fronte a se’ un’occasione “storica” anche per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che insiste sulla responsabilita’ di ogni parte della comunita’. “Le imprese, in special modo, possono contribuire alla ripartenza investendo sull’innovazione e sulla qualita’”, esorta il capo dello Stato. Il passo fondamentale spettera’ pero’ al governo con la presentazione dei progetti del Pnrr. Il lavoro di scrematura va avanti in parallelo con la messa a punto della manovra, a cui verranno peraltro collegati il ddl sull’autonomia e un disegno di legge sullo Statuto dell’impresa. La legge di bilancio del prossimo anno potra’ contare su uno spazio pari al 2% del Pil, che tradotto in cifre significa 35-36 miliardi: circa 22 miliardi saranno in deficit e 14 arriveranno dall’Europa, ha chiarito Gualtieri. Le risorse del Recovery serviranno sicuramente a finanziare il superbonus al 110%, perfettamente in linea con gli obiettivi europei, e saranno utilizzate in parte anche per gli sgravi al Sud e per alcuni punti della riforma fiscale, come potrebbe essere il completamento del cuneo atteso gia’ nel 2021. Ma e’ su altro punto che Gualtieri ha insistito. L’economia sta andando meglio del previsto e probabilmente l’anno, ha assicurato, si chiudera’ anche meglio (o meno peggio) del -9% stimato nella NaDef. Il quarto trimestre potrebbe infatti registrare una variazione del Pil superiore allo 0,4% previsto dagli economisti del Mef e, soprattutto, ha voluto chiarire il titolare dell’Economia, lo scenario avverso che in caso di grave riacutizzarsi del Covid vede una contrazione quest’anno del 10,5%, non e’ considerato probabile. “La nostra stima – ha ribadito – e’ -9%, e siamo stati persino prudenti”. La volonta’ di non diffondere allarmi eccessivi emerge peraltro anche dal nuovo testo della Nota: rispetto alla prima bozza e’ infatti scomparso il riferimento alle possibile ‘chiusure selettive’ in caso di contagi galoppanti, sostituite da piu’ morbide eventuali misure “precauzionali”.