La costituzione della newco Alitalia è solo l’inizio di un percorso che dovrà avere l’obiettivo del rilancio della compagnia.
Ci vorranno 30 giorni perché il decreto vada in Parlamento, dopo dovrà essere presentato il nuovo piano industriale che avrà un arco temporale di cinque anni.
Altra tappa fondamentale e non scontata sarà quella che vedrà azienda e governo impegnati a dimostrare alla Commissione europea che la nuova società non ha nulla in comune con la ‘vecchia’ Alitalia. La parola d’ordine quindi è discontinuità.
Se l’iter non avrà intoppi, secondo l’ad Fabio Lazzerini gli aerei della nuova aviolinea prenderanno il volo all’inizio del 2021.
Bruxelles a breve dovrà pronunciarsi sugli aiuti da 1,3 miliardi ricevuti a partire dal 2017 dalla società quando fu commissariata dall’allora governo Gentiloni. Da quello che si sussurra nei corridoi della Commissione gli aiuti saranno considerati ‘di stato’, quindi illegittimi e da restituire. Ma il peso ricadrà tutto sulla vecchia compagnia che diventerà una sorta di bad company. La nuova società si ritroverà invece con una dotazione di 3 miliardi, stanziati dal governo nel decreto Rilancio.
Lo stallo per la nascita di Alitalia Tai (Trasporto aereo italiano) è durato diversi mesi (già da giugno il governo dava per fatto il decreto di costituzione della newco) a causa della ricerca dei nomi dei consiglieri che ‘accontentassero’ le forze della maggioranza di governo. E proprio per venire incontro alle esigenze di tutti i partiti, il Cda è stato allargato da 7 a 9 componenti.
Una volta in plancia di comando il nuovo ad Lazzerini e il presidente Francesco Caio dovranno lavorare al piano industriale che prevede, almeno inizialmente, circa 90 aerei e 6.500 dipendenti.
A grandi linee il piano dovrebbe puntare sulle rotte di lungo raggio, in particolare quelle verso gli Usa, le più profittevoli, ha detto Lazzerini il mese scorso in audizione alla Camera. Sarà rafforzata inoltre l’integrazione con Fs.
C’è poi il tema delle alleanze che, ha spiegato Lazzerini, “è sicuramente uno snodo fondamentale del piano industriale. Il mondo delle compagnie aeree è un mondo di alleanze. È difficile rimanere da soli, ci sono poche compagnie che restano da sole. Difficile pensare di restare isolati in un mondo globale. L’importante è entrare in una partnership a testa a alta” perché “l’elemosina non porta a conseguenze positive per chi riceve l’elemosina”. Sul tema “bisogna essere molto laici e vedere sul tavolo cosa si mette, consapevoli che le rotte soprattutto quelle americane sono estremamente importanti. Il lungo raggio vuol dire privilegiare il mercato nordamericano che è un mercato sotto servito e estremamente profittevole dove è necessaria una ulteriore espansione. Il Sud America è da preservare, sull’Asia e Cina dobbiamo ragionare mentre il Giappone va benissimo”.
In questo senso da segnalare che venerdì Usaerospace ha ribadito il proprio interesse a entrare in partnership con lo Stato e a investire 1,5 miliardi di dollari.