Filiera Italia lancia l’allarme sul prolungamento dello smart working nella PA “Se tra le misure contenute nel nuovo DPCM ci fosse un prolungamento dello smart working nella Pubblica Amministrazione cosi’ come lo abbiamo conosciuto in questi mesi rischieremmo di andare incontro alla paralisi del Paese” afferma Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia che sottolinea i limiti di un lavoro agile che nella maggior parte dei casi nel settore pubblico non si e’ dimostrato adeguato. “Il settore privato e’ riuscito con grandi sacrifici a tutelare la produzione e nel contempo assicurare la protezione dei suoi lavoratori” prosegue Scordamaglia ricordando che in particolare nel settore agroalimentare – come in altri della manifattura – si e’ evitato in tutti i modi di interrompere l’approvvigionamento di prodotti essenziali, riuscendo contemporaneamente ad assicurare la protezione della salute dei dipendenti, con tassi di infezione che nelle aziende sono stati in generale piu’ bassi rispetto all’esterno delle stesse, grazie alla rigida applicazione di protocolli concordati tra parte datoriale e sindacale.”Cosi’, pero’, non e’ avvenuto in gran parte della Pubblica Amministrazione che in molti casi e’ rimasta a casa senza riuscire a garantire molti servizi” dicono da Filiera Italia. “Necessario conciliare la salvaguardia della salute di tutti i lavoratori, ma bisogna trovare i metodi per garantire l’efficienza, abbandonando uno smart working – continua Scordamaglia – che non ha assicurato, anche per l’assenza di dispositivi e collegamenti adeguati, tutti i servizi necessari”. Il riferimento e’ a permessi, autorizzazioni, documenti essenziali a cui lo smart working pubblico non e’ riuscito a dare seguito. “L’utilizzo e l’implementazione delle stesse risorse e misure di sostegno che il Governo con grande sforzo e’ riuscito a mettere a disposizione delle aziende e dei lavoratori del settore produttivo – prosegue Scordamaglia – non hanno in molti casi potuto avere seguito adeguato anche per l’assenza dovuta allo “pseudo smart working” di gran parte della PA”. “Dobbiamo mettere la Pubblica Amministrazione nelle condizioni di tornare a un lavoro efficiente e nella misura maggiore possibile in presenza – conclude il consigliere delegato – introducendo protocolli e regole, che coniughino nel settore pubblico, cosi’ come in quello privato, la continuazione del servizio e la tutela dei dipendenti”.