L’auspicata ripresa del traffico aereo in autunno è svanita. Prima dell’arrivo di un inverno che si preannuncia molto rigido, per sopravvivere alla seconda ondata di Covid-19 le compagnie aeree chiedono aiuti, tagliano i costi e i posti di lavoro, studiano inediti pacchetti di viaggio o trovate turistiche come “i voli verso il nulla”.
“E’ una corsa contro il tempo. La variabile è il contante, le aziende muoiono di contante. Dobbiamo fare in fretta, molto molto in fretta”, sottolinea Stephane Albernhe, managing partner di Archery Strategy Consulting, mentre la stagione invernale – che inizia il 25 ottobre e termina a fine marzo – per il trasporto aereo sarà, con ogni probabilità, pessima. Con ricavi in calo nella prima metà dell’anno di quasi l’80% rispetto al 2019, le casse delle compagnie aeree mondiali hanno continuato a svuotarsi per finanziare costi fissi elevatissimi, secondo gli ultimi dati dell’International Air Transport Association (Iata). Dopo un leggero miglioramento a luglio, il traffico è nuovamente rallentato a settembre e le prenotazioni per l’ultimo trimestre preannunciano una fine di anno più che cupa, con un calo del 78% rispetto al 2019. L’atteso ritorno dei viaggiatori in business class non c’è stato. Le videoconferenze, che hanno preso piede durante il lockdown, restano il modo più sicuro di lavorare senza esporsi a rischi di contagio.
Il mancato ritorno a bordo
Non sono bastate le rassicurazioni da parte di esperti e compagnie aeree sul fatto che la sovrapposizione di misure di sicurezza sanitaria (distanziatori, mascherine, sanificazione) e sistemi avanzati di ventilazione e filtrazione dell’aria in cabina, tutelassero la salute dei passeggeri. “Il rischio di contrarre il Covid durante un viaggio (in aereo) è davvero molto, molto basso”, spiega David Powell, consulente medico di Iata. Per il settore, “la chiave” per un ritorno sicuro dei passeggeri a bordo risiede nell’implementazione su larga scala di test pre-imbarco come alternativa alla quarantena all’arrivo. Sono già in corso sperimentazioni a Milano, Roma, Francoforte, Bruxelles e Londra, ma anche nei Paesi del Golfo, tra le Hawaii e gli Stati Uniti, in Canada, in Asia, a Bogotà e all’aeroporto di Guarulhos-San Paolo in Brasile. Hong Kong e Singapore hanno appena annunciato un accordo di principio per consentire ai rispettivi residenti di viaggiare liberamente e senza quarantena tra le due città, a condizione che risultino negativi al coronavirus. In attesa della possibilità di effettuare i test su larga scala, la Iata suona il campanello d’allarme: con un’attività che resta in calo, le compagnie hanno bisogno di ulteriori aiuti governativi.
Obiettivo sopravvivere, tra licenziamenti e aiuti di stato
Per cercare di tenere la testa fuori dall’acqua, molte compagnie aeree hanno già ottenuto, secondo la Iata, 160 miliardi di dollari di sostegno pubblico attraverso aiuti diretti, prestiti, strumenti di sostegno al reddito e sgravi o allentamenti fiscali. Ma in assenza delle riserve che si accumulano solitamente nel dinamico periodo estivo, molte compagnie “quest’inverno non ce la faranno”, ha avvertito il direttore generale di Iata, Alexandre de Juniac. Negli Stati Uniti, United Airlines e American Airline hanno licenziato 32.000 dipendenti a inizio mese dopo che a Washington non si è trovato l’accordo politico sul nuovo pacchetto d’aiuti al settore e a settembre sono non sono stati rinnovati gli aiuti che garantivano la paga degli stipendi.
Ryanair, che non ha ricevuto aiuti, ha annunciato giovedì che sta riducendo la sua capacita’ del 60% rispetto allo scorso inverno (dal 40% inizialmente previsto) e sta per chiudere le sue basi a Cork e Shannon, in Irlanda, e a Tolosa, in Francia, per tutta la prossima stagione.
I voli verso il nulla
In Asia le aziende stanno armeggiando con offerte su biglietti per cercare di fare cassa. In Australia, Giappone e Taiwan diverse compagnie hanno offerto “voli verso il nulla” che partono e atterrano nello stesso aeroporto per accontentare viaggiatori in astinenza, suscitando forti critiche da parte degli ambientalisti. Niente quarantene, niente tamponi, niente frontiere dunque. Qunat della Singapore Airlines, propone la cena a bordo di un A380 immobilizzato sull’asfalto, per un prezzo che va dai 33 ai 400 euro. Con “straordinario” successo, secondo l’azienda, che consegna anche vassoi per pasti a domicilio.