C’e’ preoccupazione, ma anche voglia di far sentire in qualche modo la propria voce, tra le categorie del commercio e dei servizi, ma anche tra i cittadini, alla vigilia dell’entrata in vigore della zona rossa in Calabria. Nessuno nega la fragilita’ del sistema sanitario regionale, ma da Catanzaro a Reggio e Cosenza, senza escludere le altre citta’ grandi e piccole della regione, e’ palpabile la delusione per una decisione che molti non hanno accettato e che aggiunge ulteriore incertezza. Solito traffico di auto, file davanti agli sportelli delle banche e delle Poste centrali e normale via vai mattutino ma non e’ un giorno come gli altri nel capoluogo di regione. “Cosa e’ stato fatto – dice il titolare di un negozio di abbigliamento di corso Mazzini, il ‘salotto buono’ di Catanzaro – da quelli che he avrebbero dovuto occuparsene per dotare le strutture ospedaliere dei posti, letto della strumentazione e del personale. Questa chiusura rappresentera’ per noi il colpo definitivo”. “Si parla, si parla – concorda un avventore, ma di concreto pero’, non e’ stato fatto nulla”. Preoccupazioni che non diminuiscono alla cassa di una bar-ristorante poco lontano dove fa bella mostra di se’ il menu del giorno. “Per oggi siamo aperti regolarmente – dice la cassiera – ma da domani si potra’ lavorare solo con l’asporto. Certo con la chiusura di molti uffici e il ritorno massiccio allo smartworking, non c’e’ tanto da ben sperare”. A qualche centinaio di metri, sulle panchine del giardinetti, c’e’ il solito crocicchio di pensionati. “E’ una vergogna – dice uno di loro piu’ accalorato che ottiene il consenso degli altri – siamo stati trattati allo stesso modo di regione del Paese dove i contagi sono alle stelle. E non e’ giusto per la nostra debole economia”. Situazioni che si ripetono anche a Reggio Calabria, dove la rabbia si coglie sui social e c’e’ chi sta pensando di manifestare pubblicamente la propria contrarieta’, e a Cosenza divisa tra chi mostra amarezza per la nuova chiusura e chi ammette la difficolta’ del settore sanitario.