Il Natale senza pranzi e cenoni costa 5 miliardi che sono stati spesi lo scorso anno dagli italiani, in casa e fuori, solo per imbandire le tradizionali maxitavolate delle feste di fine anno che rischiano di sparire per l’emergenza Covid. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixe’ in riferimento al Natale senza cenoni e tombolate preannunciato dal Premier Giuseppe Conte, in occasione della Giornata nazionale del Ringraziamento che segna tradizionalmente il momento dei bilanci di un anno di lavoro nelle campagne e viene ricordata con feste in tutto il Paese, limitate quest’anno dalle misure di contenimento entrate in vigore con il DPCM. A pesare sul Natale oltre al rischio di lockdown per ristoranti e locali pubblici sono – sottolinea la Coldiretti – soprattutto il divieto alle feste private e ai tradizionali veglioni ma anche i limiti posti agli spostamenti, dal coprifuoco e l’invito a non ricevere nelle case persone non conviventi, in una situazione in cui lo scorso anno la tavolata media per gli appuntamenti di fine anno degli italiani era composta di ben 9 persone. Le previsioni sull’andamento del contagio – precisa la Coldiretti – preoccupano anche per i divieti posti alla gran parte degli eventi tradizionali che segnano la fine dell’anno a partire da sagre, feste paesane e mercatini natalizi che sono momenti importanti per l’acquisto di regali enogastronomici, i piu’ apprezzati dagli italiani. Senza dimenticare l’impatto negativo della mancanza di turisti italiani e stranieri con molti Paesi, a partire dalla Germania, che – continua la Coldiretti – hanno gia’ messo l’Italia nella black list dei paesi piu’ pericolosi. Si stima infatti che – sostiene la Coldiretti – quasi 1/3 della spesa turistica nel Belpaese sia destinata proprio all’alimentazione. Il crollo delle spese di fine anno a tavola e sotto l’albero rischiano di dare il colpo di grazia ai consumi alimentari degli italiani che nell’intero 2020 secondo fanno segnare un crollo storico del 12% con una perdita secca di 30 miliardi di euro, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea. Si tratta del peggior risultato del decennio per effetto – spiega la Coldiretti – della paralisi del canale della ristorazione che non viene compensato dal leggero aumento della spesa nel carrello delle famiglie. A pesare – continua la Coldiretti – sono i limiti e le chiusure ma anche lo smart working con il taglio delle pause pranzo, il crollo del turismo, soprattutto straniero.