Le incertezze per la seconda ondata di Covid, i timori di vedere annullati i ricavi e attingere alla liquidita’ per fronteggiare spese impreviste, stanno spingendo al massimo i risparmi di imprese e famiglie italiane, deprimendo ulteriormente i consumi. Anche per questo investire nella sanita’ pubblica potrebbe servire a invertire questa tendenza di accumulare risorse. E’ quanto afferma uno studio del ricercatore della Banca d’Italia Valerio Ercolani (ma le posizioni non riflettono necessariamente quelle dell’istituto centrale) che esplora i legami fra una sanita’ pubblica e il risparmio precauzionale. Un investimento nel sistema sanitario nazionale quindi, oltre ad essere un “obiettivo di per se'” per combattere la pandemia Covid, “puo’ anche contribuire a incoraggiare i consumatori a spendere di piu’ e supportare la domanda aggregata e attenuare l’atteggiamento precauzionale di chi teme” contraccolpi sulla propria posizione economica da problemi di salute”. L’analisi passa in rassegna l’effetto di riduzione del risparmio precauzionale seguito all’introduzione negli Usa dell”Obamacare’ e anche la situazione italiana. Gli studi citati nell’analisi mostrano come nelle province italiane con la sanita’ peggiore (liste attesa piu’ lunghe, meno letti d’ospedale, strumentazione insufficiente) si risparmi in proporzione di piu’ di quelle dove la sanita’ e’ migliore. In Italia peraltro i depositi bancari sono in continua crescita con un’accelerazione dopo l’estate. A settembre, come ha anche ammonito il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, sono cresciuti del 5,6 per cento (quasi 50 miliardi), quelli delle imprese del 24,4 (70 miliardi)” con un totale di +8% e u uno stock di 1681 miliardi. Molta della liquidita’ delle imprese proviene peraltro dalle misure varate dal governo di garanzia sui prestiti e che non viene investita viste le incertezze dell’economia. Le famiglie invece, quelle che non hanno subito la perdita del lavoro o unna contrazione dei ricavi nelle loro attivita’, stanno accumulando risorse sia per i minori consumi (cancellazione ferie, meno spese voluttuarie come ristoranti o abbigliamento) sia per timori sull’evoluzione della pandemia.