L’orto urbano, non come terreno privato ma come bene-comunita’. Succede in pieno centro storico a Ostuni, la citta’ bianca della Puglia, una delle mete turistiche piu’ gettonate a cavallo della Valle d’Itria e dell’Alto Salento, che, nonostante il freno imposto dall’emergenza sanitaria in zona arancione, sta puntando su un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Qui dal 2014 una cooperativa, la Solequo, ha recuperato alcuni orti medievali nei pressi della chiesa di Santa Maria della Grata, circa quattro ettari per questo chiamati “I giardini della Grata” a cui se ne aggiungono altri sei nelle contrade per un totale di dieci ettari coltivati manualmente. Al loro interno sono visibili antiche tombe messapiche diventate poi cisterne per conservare l’acqua piovana e gli orti della contrada dove si alternano colture biologiche e biodinamiche in aridocoltura del peperone cornaletto di Ostuni, di peporoncino zefferine di Ostuni, cime di rape, di pomodoro-regina e del carciofo bianco di Ostuni che era a rischio estinzione. Una sorta di arca di Noe’ di antiche tipicita’ locali, molte di queste produzioni orticole sono presidio Slow Food in collaborazione con la condotta Piana degli Ulivi, con tanto di percorso didattico dove, in autunno, scoprire l’aroma di anice che caratterizza il finocchio fresco o le proprieta’ salutistiche delle brassicacee. “Non mangiate con gli occhi, mangiate con la bocca: qui si puo’ capire che nutrendo le piante in modo sano il cavolfiore non puzza” dice il presidente di Solequo coop, Antonio Capriglia nel sottolineare la “fortuna della Puglia: qui ai Giardini della Grata sono state recuperate 50 varieta’ di pomodori, sulle 240 finora censite” nell’ambito del progetto regionale “Biodiverso” in collaborazione col Cnr, l’istituto agrario e l’universita’ di Bari Aldo Moro. “Qui, tra siti archeologici e terrazzamenti non puoi meccanizzare nulla. Fare una rapa costa tre volte tanto rispetto a Foggia ma il passaggio culturale importante e’ il presidio di antichi saperi con valenze contemporanee – sottolinea Capriglia – e far sentire alla citta’ che questo e’ un bene comune. La sfida e’ mostrare che c’e’ mercato per la biodiversita’ e che si puo’ creare un’economia diversa”. A conferma di cio’ l’impegno dell’amministrazione comunale di Ostuni che intende far costruire “entro la legislatura” un pozzo per garantire l’irrigazione degli orti perurbani e per sottolineare “la volonta’ di stare accanto a chi vuole investire, nonostante il periodo col freno a mano, dando un concreto supporto”, ha detto la vicesindaco Antonella Palmisano in occasione delle presentazione di “Le stagioni di Ostuni”, progetto di una societa’ consortile che, nell’ambito delle misure del Psr 2014-2020 della Regione Puglia, vuole proporre, come sottolineato Emilio Geri di Apulian Experience, la stagionalita’ e un turismo esperenziale slow, unendo forze diverse per valorizzare il territorio sia interno che costiero, con uno statuto a maglia larga per facilitare nuovi ingressi nella eterogena compagine che spazia dalle guide naturalistiche del Parco Dune Costiere alle masserie, dalle aziende agricole ad alcuni hotel dell’area.